“Comunque la pensiate, votate”. Alla vigilia delle elezioni, le riflessioni di un giovane rosolinese

“Comunque la pensiate, votate”. Alla vigilia delle elezioni, le riflessioni di un giovane rosolinese

Alla vigilia delle elezioni nazionali di domenica 4 marzo, riceviamo e pubblichiamo una riflessione politica da parte di un giovane rosolinese. L’autore del testo è Michele Vigna, laureando in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Pisa.

“Tra qualche giorno gli Italiani saranno chiamati alle urne. Allora, ci lasceremo alle spalle quella che senza esagerazioni può definirsi una campagna elettorale pessima sia nei toni che nei contenuti. 

L’avvilimento del dibattito politico degli ultimi anni è avvenuto tramite una narrazione sempre più impregnata di semplificazioni, slogan e fake news. Le cause di tutto ciò sono molteplici e la crisi dei partiti tradizionali è soltanto una di queste. Tale crisi, nello specifico, è strettamente riconducibile agli effetti della “Globalizzazione” che in tal senso svolge un ruolo determinante avendo immesso nel gioco politico ed economico internazionale nuovi attori, che con gli Stati sono in forte competizione. Il controllo e la gestione dello Stato, per esempio, non è più prerogativa esclusiva dei governi, avendo questi trasferito fette di sovranità ad istituzioni sovranazionali. Ne consegue la crescente radicalizzazione, nell’opinione pubblica, dell’idea che questi e la politica in generale, non siano più nelle condizioni di incidere positivamente sulla vita delle persone. 

Questo scenario ha prodotto incertezza e diffidenza, determinando il rafforzamento di forze nazionaliste e sovraniste come la Lega, oltre che l’ascesa di movimenti populisti ed euroscettici atipici come il Movimento 5 Stelle, le cui soluzioni e proposte vanno a collocarsi, spesso e volentieri, nell’alveo della irragionevolezza oltre che in quello della irrealizzabilità. Tale incertezza e diffidenza sono alla base dell’inconsapevolezza che ruota attorno all’operato effettivo dei governi. Si disconoscono le riforme, anche quelle più recenti e forte risulta la predilezione a credere alle promesse più mirabolanti.

Personalmente, credo che la coalizione di Centrosinistra guidata dal Partito Democratico ed includente la lista +Europa dei Radicali, la lista Insieme e la lista Civica Popolare, sia la sola in grado di garantire una squadra e un progetto di governo adeguati e all’altezza.  In altre parole, rappresenta l’unica compagine potenzialmente in grado di fare da argine a quelle che reputo forze politiche inadatte rispetto all’enorme complessità delle sfide che ci attendono. È dunque opportuno ricordare una serie di riforme varate in questi anni.

Il Jobs Act, per esempio, sta portando i suoi frutti e i dati ISTAT lo dimostrano. Il Pil è in ripresa da almeno 3 anni, l’Export segna numeri in forte crescita e la Disoccupazione finalmente comincia a scendere in maniera ridotta ma costante. Bisogna continuare su questa strada e fare ancora meglio, è indubbio. Come è certo che l’Italia è arrivata ad un passo dal baratro nell’ultima fase di Berlusconi Presidente del Consiglio,che si ostinava a negare la crisi. Sono stati recuperati 20 miliardi dall’evasione fiscale. Non basta, ma anche questo è un dato record. Si è legiferato tanto in materia di diritti civili: Biotestamento, Unioni Civili, Dopo di Noi. Leggi attese da decenni che rendono l’Italia un paese più moderno e civile. Ancora, Legge contro il Caporalato, contro gli Ecoreati e lo Spreco Alimentare. Divorzio Breve e Dimissioni in Bianco. Si è investito tanto in Cultura, a differenza dei tagli dei passati governi. Poi, finalmente un piano per l’industria, Industria 4.0 e l’abolizione di IMU e TASI. Il bonus degli 80 euro, che molti hanno definito mancia elettorale ma che nel concreto rappresenta un sostegno immediato al ceto medio. Il Reddito di Inclusione, prima misura  nazionale di contrasto alla povertà. E altro ancora. Si nota, dunque, come il Parlamento guidato dagli ultimi governi, piaccia o non piaccia, abbia legiferato smettendo di subire la sudditanza di chi per troppi anni ha in esso anteposto gli interessi privatistici a quelli generali.

Qualche parola sulla Lega. Ai tempi della “Padania is not italy”, Salvini era solito versare veleno contro i meridionali. Qualche anno dopo, per ovvie e convenienti ragioni politiche, ha impresso al partito una vocazione nazionale dirigendo il proprio verbo razzista non più contro i meridionali bensì contro gli immigrati. Sfruttando la complessità del fenomeno migratorio e la disinformazione diffusa nell’opinione pubblica sul tema, egli lo ha strumentalizzato con mistificazioni disarmanti e con una buona dose di razzismo, offrendo in cambio solo ricette che non potranno mai avere riscontro pratico per questioni che hanno a che vedere con il Diritto Internazionale e svariate Convenzioni sui diritti umani. 

Sul Movimento 5 Stelle, il mio personale giudizio rimane negativo. Diffido sempre di chi fa politica per mezzo e per conto di un’azienda privata. Nella Casaleggio Associati, il dissenso politico è punito col bavaglio e nella peggiore delle ipotesi con l’espulsione. I casi sono tanti. Trovo sconsiderate inoltre, certe battaglie, come quelle “No Vax”, perché palesano una inadeguatezza di fondo che si spiega in parte con il loro discutibile e poco trasparente metodo di selezione della classe dirigente. E non mi dilungo.

Comunque la pensiate, votate”.

Michele Vigna

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