Lo “sconforto” di Gianni Cassarino: “La piazza vuota un brutto segnale. Rosolini deve cambiare”

Lo “sconforto” di Gianni Cassarino: “La piazza vuota un brutto segnale. Rosolini deve cambiare”

Ha parlato circa 8 minuti, e poi, preso dall’emozione, ha preferito salutare e andare via. Sconfortato dal fatto di aver visto una piazza vuota e “questo non è un buon segnale”. Il commercialista Gianni Cassarino si è presentato solo e solo è andato via dopo un comizio che è stato completamente opposto a quello “infuocato” di 15 giorni fa quando ha utilizzato parole pesanti e toni accesi.

E’ stato il primo a parlare domenica sera 29 ottobre dal palco di piazza Garibaldi, alle 20, e ha voluto scusarsi per il tono utilizzato 15 giorni fa. “Vi spiego perché ho utilizzato quel tono -dice Cassarino-. Era dalle 19.30 che eravamo assieme ai miei ospiti in piazza Garibaldi (tra gli ospiti anche l’ex deputato Pippo Gianni ndr), e solo alle 22 abbiamo avuto modo di salire sul palco e iniziare a parlare. Io sfiderei chiunque a non “incazzarsi” perché ci sono leggi che devono essere rispettate, cosa che non è stata fatta. Per questo sono arrivato al punto di utilizzare certi toni”.

L’attacco politico non si è fatto attendere. “Mi dispiace aver sentito su questo palco delle “balle”, “balle di fieno”, perché su questo palco c’erano venti persone a osannare un “Santo”, c’era un clima di festa come se avessero anticipato la festa di Halloween. Tutti che osannavano l’imprenditore Gennuso. Quando si sale su questo palco si devono dire le cose che sono state fatte in questo paese. A me risulta che da 15 anni non è stato fatto niente per questo paese. Non un disegno di legge, non un progetto, e si viene qui a dire delle menzogne. Da cittadino di Rosolini queste menzogne non le voglio sentire più”.

E sulla situazione del Comune, Cassarino da la sua opinione: “La mia solidarietà è per i dipendenti comunali, agli operatori ecologici. Sono famiglie che hanno il diritto di sapere quando avranno gli stipendi. Risposte che oggi non abbiamo ancora sentito. Invece di andare a fare campagna elettorale, mi sarei aspettato un impulso maggiore dal nostro sindaco, andandosi ad incatenare e non usare le catene per altre cose. Perché quando non si trovano risposte serie e concrete, bisogna prendersi le proprie responsabilità”.

E poi aggiunge: “Ecco perché sono qui, perché credo che qualcosa bisogna fare. Bisogna rimboccarsi le maniche perché non si possono presentare sempre le stesse persone e dare sempre lo stesso consenso. Bisogna cambiare”.

Poi il finale. “A me dispiace che oggi in piazza siano presenti poche persone, perché questo è un brutto segnale. Vuol dire che siamo noi a non volere il cambiamento e questo è quello che ci meritiamo. Ognuno di noi deve avere una propria coscienza giorno 5 novembre perché qualcosa si può cambiare. Non è possibile che noi ci troviamo in un immobilismo totale. Io oggi credo che (pausa) un po’ mi sta prendendo l’emozione, però voglio dire che qualcosa qua si deve fare. (pausa). Mi voglio fermare qui perché non mi sento di continuare. Grazie”.

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