Pippo Incatasciato: “quella di Calvo è un’opera di accattonaggio politico alla vecchia maniera”

Pippo Incatasciato: “quella di Calvo è un’opera di accattonaggio politico alla vecchia maniera”

«Calvo deve dimettersi in quanto non ha più la maggioranza in consiglio comunale. Con il suo operato non ha fatto altro che una spartizione di cariche alla vecchia maniera, per soddisfare gli appetiti di vecchi compagni di viaggio». Sono queste le dure parole che Pippo Incatasciato rivolge al sindaco Calvo, riprendendo quanto scritto negli 8 mila volantini distribuiti da Piazza Civica in città qualche giorno fa; ma Incatasciato commenta anche la nomina dei nuovi assessori e dei componenti del nucleo di valutazione, «che ci chiediamo in quota a chi siano, anche se dovrebbero essere imparziali visto il ruolo che svolgono. C’è chi si dichiara tecnico e non politico, ma è tutta spartizione di potere, non si muove una foglia se non è in quota a qualcuno. Questa è un’opera di accattonaggio politico alla vecchia maniera, la sua arroganza politica è smisurata e non ha portato nè porterà nulla di buono alla nostra città. Con questi rimpasti e questo falso ottimismo non si può governare, Calvo cerca di nascondere un fallimento amministrativo, con un nulla di fatto ed un progetto politico naufragato. L’amministrazione così non può andare avanti, dell’interesse della città non c’è neanche l’ombra. vecchi e nuovi sostenitori per appagare gli appetiti dei suoi sostenitori. degli interessi della città neanche l’ombra. Tutto questo valzer di nomine appanna il problema principale, cioè che siamo arrivati ad un nulla di fatto, programma elettorale zero». Incatasciato commenta anche le recenti affermazioni di Gennuso, che accusa il governo Crocetta di non trasferire fondi al nostro Comune da quattro anni: «si nascondono dietro a questi mancati trasferimenti da parte del governo centrale e regionale, ma loro cos’hanno fatto? Il governo regionale non ha mandato soldi, ma il deputato regionale potrebbe battere i pugni da oppositore e chiedere i fondi che servono».

Giovanna Alecci

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