
Festa dell’Unità a Rosolini, dibattito sulla politica estera: “Gaza, non più un futuro ma la fine”.
Si è parlato anche di crisi umanitaria a Gaza e l’immobilismo della politica estera italiana ed europea nel corso della prima giornata della Festa Provinciale dell’Unità che si sta svolgendo a Rosolini. L’incontro, moderato da Glenda Raiti, vicesegretaria provinciale del Partito Democratico, ha visto la partecipazione di attivisti, esponenti politici e membri di organizzazioni umanitarie, alcuni collegati direttamente dalla rotta verso Gaza.
Il dibattito si è aperto con un collegamento in diretta con l’Onorevole Arturo Scotto (PD), che si trova a bordo dell’imbarcazione Karma (dell’Arci), assieme alle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla. La missione, come detto da Scotto, mira a “rompere quell’assedio umanitario” portando a Gaza aiuti essenziali come cibo, acqua, medicinali e giocattoli. Scotto ha sottolineato la natura politica e morale della missione: “Siamo rappresentanti di una repubblica che ripudia la guerra e che sostiene che bisogna lavorare alla solidarietà e la consistenza pacifica tra i popoli”.
Egli ha espresso dure critiche verso l’immobilismo del governo italiano, definendolo come una “complicità passiva”. Le richieste politiche immediate indirizzate al Governo Meloni sono chiare: Aprire un corridoio umanitario, chiuso dal 2008. Esercitare pressione su Benjamin Netanyahu, partendo dall’embargo delle armi. Introdurre sanzioni meno blande rispetto a quelle attuali dell’Unione Europea e garantire la protezione diplomatica a tutti gli attivisti della flottiglia, sull’esempio della Spagna di Sánchez.
A intervenire in collegamento è stato anche Tony La Piccirella, attivista della Global Sumud Flotilla. La Piccirella ha spiegato che la flottiglia sta cercando di “riempire un vuoto lasciato dai governi. Il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che ci avrebbe trattato come terroristi. Oggi è uscito un presunto loro studio sul fatto che noi saremmo affiliati ad Hamas”. La Picciarella, reduce da un sequestro in acque internazionali da parte di Israele, ha ribadito come la missione “sia puramente umanitaria”.
La testimonianza più drammatica è stata portata da Bianca Massenzio, attivista di Emergency di Pozzallo che ha descritto un sistema sanitario collassato e ambulatori che vedono accessi passati da circa 100 a picchi di 400 persone al giorno. “Le cifre sono agghiaccianti sulla distruzione: l’88% della striscia è inabitabile a causa dei combattimenti, e il 90% della popolazione vive nelle tende. Ma l’aspetto più critico riguarda la carestia. Dall’ottobre 2023, 150 persone sono morte di fame, di cui 98 bambini. La sensazione dello staff a Gaza è quello di accompagnare i Gazawi non verso un futuro, ma di accompagnarli verso la fine”.
Emergency ha deciso di unirsi alla flottiglia con la nave Life Support per denunciare “la ferocia, l’accanimento, la pulizia etnica che in questo momento si sta facendo a Gaza”. Oltre al cessate il fuoco immediato, l’organizzazione ha richiesto l’annullamento del memorandum d’intesa militare tra Italia e Israele e la sospensione immediata della vendita di armi.
L’Onorevole Bruno Marziano ha introdotto un’analisi geopolitica, esprimendo “il desiderio di un nuovo processo di Norimberga per Netanyahu e Smotrich. Netanyahu agisce indisturbato solo grazie alla certificazione dell’appoggio degli Stati Uniti. Sono legati da una finalità immobiliare e commerciale, per trasformare Gaza in un grande resort mondiale”.
Il Professor Salvo Adorno, docente di storia contemporanea all’Università di Catania, ha offerto una prospettiva storica.
Il Professore ha identificato l’origine del conflitto nei primi anni del ‘900 nell’ambizione di “due idee di nazione che ambiscono ambedue a vivere e a occupare lo stesso territorio”. Inizialmente, i palestinesi non erano riconosciuti come popolo, ma come un “aggregato di tribù” dalla narrazione occidentale e sionista. Lo squilibrio si è rafforzato nel 1948, quando Israele ottenne uno Stato e i palestinesi no, trasformando il conflitto in uno scontro tra “uno stato e una popolazione che non ha uno stato”.
Secondo Salvo Adorno, la Guerra Fredda (1945-1992) aveva impedito al conflitto di degenerare, mantenendolo dentro una cornice di equilibrio. Il crollo di tale equilibrio internazionale dopo il 1989/92 è il fattore che ha reso il conflitto irrimediabile e ha dato a Netanyahu la certezza di agire senza mediazioni”.
Francesca Silluzio, consigliera comunale del Pd di Sortino e membro della segreteria provinciale, ha enfatizzato il ruolo della società civile. “L’immobilismo e la connivenza del governo italiano rappresentano un crimine, poiché l’indifferenza è sempre una scelta a favore dell’oppressore. Non tutti siamo uguali e soprattutto non tutti siamo e vogliamo essere complici di quello che sta accadendo”.
Alessandro Dierna, componente dell’assemblea provinciale, ha legato la situazione attuale al potere della propaganda, che da decenni associa “l’Islam visto come il terrorismo. La lotta al terrorismo è usata come un escamotage per poter trovare il modo di investire sull’industria bellica, di occupare terreni, di espropriare popolazioni, di andare avanti nelle loro politiche tremende”.