A Rosolini un sit-in per la Palestina e una mozione che ha rotto il silenzio istituzionale

A Rosolini un sit-in per la Palestina e una mozione che ha rotto il silenzio istituzionale

Ieri pomeriggio Piazza Garibaldi a Rosolini si è trasformata in uno dei tanti tasselli della mappa nazionale di mobilitazione per la Palestina.

L’associazione Talè ha chiamato a raccolta cittadini e associazioni, in contemporanea con gli oltre ottanta cortei che hanno attraversato l’Italia. Da Milano a Bologna, da Roma a Napoli e Palermo: centinaia di migliaia di persone hanno chiesto il cessate il fuoco a Gaza e la fine di ogni collaborazione militare, politica ed economica con Israele. A Rosolini erano in poche decine ma abbastanza per dire che anche una città periferica non intende restare in silenzio.

«Anche qui vogliamo far sentire la nostra voce» – ha detto Roberta Dell’Ali per Talè. Ma il cuore del messaggio è andato oltre le formule: «Non è questione di destra o sinistra, di milioni in ballo. È questione di dignità umana. Non possiamo più accettare un genocidio in diretta mondiale, con i governi immobili e l’Italia che, attraverso Leonardo, continua a fornire armi a Israele. Noi vogliamo poter dire ai nostri figli che eravamo dalla parte giusta!».

In piazza tanti interventi, da Don Stefano Trombatore a Paolo Covato, presidente Anpi e i giovani di Talè che hanno letto alcune delle poesie della raccolta “Il loro grido è la mia voce”, che raccoglie 32 poesie di autori palestinesi, molte di queste scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023.

Poi la manifestazione si è spostata in consiglio comunale. Dopo mesi di rinvii, è finalmente arrivato il voto, ed è arrivato proprio ieri: unanimità sulla mozione presentata dai consiglieri Giuseppe Guastella e Piergiorgio Gerratana. Il testo impegna il Comune a chiedere al governo italiano il riconoscimento dello Stato di Palestina nei confini del 1967, a sospendere ogni forma di cooperazione con Israele e a promuovere un’azione comune con gli altri sindaci della provincia.

Parole forti su un documento istituzionale, nero su bianco: «condotta genocida», «massacro sistematico della popolazione civile», «uso della fame come arma di guerra». Formulazioni che la politica nazionale continua a evitare, ma che a Rosolini hanno trovato il coraggio dell’unanimità.

Stamattina la bandiera palestinese è stata esposta sul balcone del Comune di Rosolini.

Enrica Odierna

 

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