
Rosolini celebra il Beato Livatino, festa liturgica a Santa Caterina alla presenza del Prefetto Chiara Armenia
Stamattina si è celebrata la festa liturgica del Beato Rosario Angelo Livatino, il giudice ucciso dalla mafia nel 1990 e proclamato Martire della Giustizia. Una ricorrenza che, nella chiesa di Santa Caterina, ha riunito autorità civili, militari e religiose insieme agli studenti degli istituti scolastici rosolinesi accompagnati da dirigenti e docenti.
In prima fila il prefetto di Siracusa Chiara Armenia, alla sua prima visita a Rosolini. Accanto a lei il questore Roberto Pellicone, il vicequestore Paolo Arena, il colonnello Dino Incarbone, comandante provinciale dei Carabinieri di Siracusa, il colonnello Jonathan Pace, comandante provinciale della Guardia di Finanza, il capitano Vito Angelo Maria Manfredi, comandante della compagnia carabinieri di Noto e il maresciallo Paolo Amore, comandante della stazione di Rosolini. Poi i rappresentanti civili: il sindaco Giovanni Spadola, il presidente del Consiglio Corrado Sortino, l’assessore Rosy Gradante, il segretario generale dell’ente, Giuseppe Benfatto.
La celebrazione è stata presieduta dal vicario generale della diocesi di Noto, monsignor Ignazio Petriglieri, che ha portato i saluti del vescovo. Con lui, il diacono Donato Matassa e i parroci don Salvatore Cerruto, don Sebastiano Sessa e don Stefano Trombatore, che ha tenuto l’omelia.

Matteo Figura (Ass. Giustizia e Pace) saluta il Prefetto Chiara Armenia alla presenza del colonello Dino Incarbone, del colonnello Jonathan Pace, del sindaco Giovanni Spadola e del presidente del consiglio Corrado Sortino.
La chiesa di Santa Caterina, da poco, è anche la sede dell’associazione “Giustizia e Pace” di Rosolini, di cui è referente cittadino Matteo Figura (anche consulente del comune per la “Legalità”) che ha portato i saluti del presidente Ugo Tomaselli. «Abbiamo reso disponibile questo spazio – ha spiegato Figura – perché è giusto che il giudice Livatino sia collegato a un luogo di preghiera e di impegno civile».
Don Salvatore Cerruto, nel suo intervento, ha parlato di «un faro per la Sicilia orientale» e di una chiesa che deve essere “motore di fede e di legalità”. Ha annunciato: «Abbiamo in cantiere di invitare il vescovo per una serie di incontri nelle parrocchie e nelle scuole sulla legalità, in nome del giudice Livatino». Poi l’annuncio dell’appuntamento del 29 novembre: «Sarà una conferenza sulla legalità con magistrati, forze dell’ordine e istituzioni civili. La nostra città diventa un punto di riferimento per la giustizia e la legalità».
«Possiamo considerare Rosario Livatino il santo della modernità — ha detto padre Stefano nella sua omelia —. Non un vescovo, non un frate, ma un laico che ha scelto di servire Dio facendo giustizia. Il suo miracolo non è una guarigione, ma il coraggio di pensare al bene comune. Se oggi impariamo a difendere i più deboli e a non girarci dall’altra parte, questo è il miracolo di Livatino». E poi, rivolgendosi agli studenti, raccontando il bullismo a scuola e i soprusi che nascono dall’indifferenza: «Se siete capaci di difendere chi è più debole, anche davanti a chi è più forte o minaccia…questo è il grande miracolo di oggi»

Il sindaco Spadola ha ricordato il legame tra Comune e associazione “Giustizia e Pace”. «La presenza oggi di tante associazioni di volontariato, dei nostri ragazzi e studenti, delle istituzioni religiose, civili e militari, testimonia il cuore della nostra comunità» – ha esordito. «Rosolini vuole essere una comunità che cresce sulla fiducia, sulla trasparenza, sulla partecipazione» ha detto. «In questo cammino, esperienze come questa ci aiutano a rendere vivo il senso profondo della nostra convivenza civile».
Il presidente del consiglio comunale Corrado Sortino ha parlato di «una giornata di incontro e di crescita collettiva», ringraziando il prefetto e le autorità presenti: «La vita e il sacrificio del giudice Livatino ci ricordano che servire lo Stato significa servire la comunità. Il suo esempio deve guidare ogni nostro gesto nelle istituzioni».
Dal presbiterio, i bambini hanno letto le preghiere dei fedeli: «Per le vittime di mafia – hanno detto – affinché il loro sacrificio mantenga vivo il ricordo di chi ha donato la propria vita per il bene di tutti».
“È stata una giornata spirituale, prima di tutto. Il ricordo di Livatino ci invita a fare, ciascuno nel proprio ruolo, il nostro dovere con giustizia e con forza morale. Dobbiamo lasciarci guidare da quella luce per combattere ogni forma di illegalità», ha dichiarato il prefetto Chiara Armenia al termine della celebrazione.







