
Sit-in del Centro Accoglienza Frasca in Prefettura: “Da mesi non abbiamo nessun interlocutore”
Stamattina i dipendenti del centro accoglienza Frasca di Rosolini hanno organizzato un sit-in davanti alla Prefettura di Siracusa per denunciare la “mancanza di interlocuzione con gli uffici prefettizi”.
Una situazione che durerebbe da mesi. “Negli ultimi tempi non c’è stata alcuna risposta alle nostre richieste di incontro né tanto meno alle richieste di alcune spiegazioni – dice l’avvocato Giorgio Spatola, al fianco del titolare Alessandro Frasca. “Prima c’era un dialogo diretto con la Prefettura, oggi c’è un muro di silenzio. Mai successo in dieci anni di Centro Accoglienza Frasca”.
I motivi del sit-in sono stati sostanzialmente tre: da un lato, appunto, la mancanza di dialogo con la Prefettura, in secondo luogo i ritardi nei pagamenti per i servizi resi dal Centro Accoglienza Frasca e infine passaggi poco chiari sulla nuova procedura di affidamento dei servizi.
“Se non c’è dialogo, non si può programmare né prevenire” – ha continuato il legale. “Poi ci sono le penali che sono arrivate al centro accoglienza da parte della Prefettura: alcune irrisorie, altre infondate, ma danno fastidio perché segnalano un presunto disservizio che in realtà non c’è. Noi le contestiamo e le impugneremo, ma anche questo passa inosservato. Senza certezza economica e senza dialogo e supporto istituzionale, come si può continuare a lavorare?”
Ma per il titolare Alessandro Frasca, “non è solo questione economica. È questione – ha detto- di poter svolgere un lavoro complesso con serenità. Salviamo persone dal mare, le assistiamo, organizziamo le operazioni giorno dopo giorno. Senza interlocuzione, senza risposte, diventa impossibile garantire servizi di qualità. Noi continuiamo a lavorare, ma con un muro davanti. E non capiamo il perché”.
Accanto alle tensioni quotidiane, c’è un nodo procedurale. La Prefettura ha avviato una procedura negoziata per individuare strutture in grado di ospitare fino a 120 richiedenti protezione internazionale. Non un bando vero e proprio, “ma uno strumento previsto solo in casi di urgenza” – ha dichiarato l’avvocato Spatola. “Il fabbisogno di posti era noto da mesi e margini di previsione esistevano. Perché questa urgenza?”
Pietro Vindigni, uno degli operatori del centro, aggiunge: “Undici anni fa la Prefettura era al nostro fianco. Oggi tutta la nostra esperienza sembra ignorata. Questo lavoro richiede lucidità mentale e responsabilità. È come se la Prefettura fosse nostra madre e non ci parlasse più”.
Una delegazione del Centro Accoglienza, alla presenza dell’avvocato Spatola, è stata ricevuta stamattina dopo il sit-in dal viceprefetto Marinella Iacolare che “ha smentito – riferisce l’avvocato Spatola- la chiusura al dialogo nei confronti del centro e garantito che i pagamenti verranno effettuati”.
Tra mancate risposte, pagamenti in ritardo, penali contestate, la richiesta di Alessandro Frasca e dei suoi dipendenti è che si ritorni ad un clima di totale collaborazione con gli uffici della Prefettura al fine di poter continuare a svolgere un servizio di qualità.







