
“Nessuno indietro”, a Rosolini lo sportello per stranieri per combattere caporalato e isolamento
Dal Corriere Elorino cartaceo
Nella foto in evidenza: da sinistra l’assistente sociale Maria Antonietta Candido, l’operatore dello sportello mobile Cristian Di Pietro, la responsabile di progetto Giuseppina Arancio, l’assessore Rosy Gradante, la vicepresidente del consiglio Concetta Cavallo.
La Sala Cartia di Rosolini ha ospitato, nel pomeriggio del 9 dicembre, la presentazione ufficiale del Protocollo d’Intesa tra il Comune e l’ATS “Comune dei Popoli”, il Polo Sociale Integrato di Siracusa realizzato nell’ambito del programma SUPREME 2, finanziato dalla Regione Siciliana. Rosolini diventa così il secondo Comune dell’area sud della provincia, dopo Pachino, a formalizzare la collaborazione per l’attivazione di uno sportello dedicato ai cittadini stranieri con servizi mirati di orientamento, supporto sociale, legale e lavorativo.
L’assessora alle Politiche Sociali, Rosy Gradante, e l’assistente sociale del comune di Rosolini, Maria Antonietta Candido hanno aperto l’incontro.
La dottoressa Candido ha ringraziato le associazioni, le scuole e i volontari presenti all’incontro, definendoli “motivati e fondamentali per far funzionare la rete”. L’assessore Gradante ha sottolineato come l’iniziativa sia nata “quasi per caso, dal confronto quotidiano con le esigenze del territorio” e dall’urgenza di garantire parità di accesso ai servizi anche alle famiglie straniere residenti a Rosolini. “È giusto che tutti abbiano gli stessi servizi – ha affermato – e che nessuno resti indietro, soprattutto chi affronta difficoltà linguistiche, amministrative o sanitarie”. Al centro dell’accordo c’è l’apertura a Rosolini di uno sportello fisso (l’ultimo martedì di ogni mese in Piazza Masaniello, locali Chiesa Madre) e di uno sportello mobile che si muoverà nelle aree più fragili del territorio, accompagnato da mediatori culturali, operatori sociali e figure specializzate. Sarà un servizio che aiuterà chi ha difficoltà con la burocrazia, chi non capisce come muoversi tra sanità, scuola, lavoro, permessi o documenti, e che spesso rinuncia a chiedere aiuto perché non conosce gli uffici o ha timore di rivolgersi alle istituzioni.
A spiegare nel dettaglio il funzionamento è stata la responsabile di progetto Giuseppina Arancio, che ha ricordato come il Polo di Siracusa sia attivo da un anno con una rete stabile di servizi diffusi nella provincia. “Non siamo qui per sostituirci a nessuno -ha dichiarato – ma per integrarci con ciò che il territorio già fa, dalle Caritas alle scuole, dai servizi sociali alle associazioni. Lavoriamo per rendere più semplice la vita delle persone e per garantire diritti che, spesso, restano sulla carta”. Arancio ha ricordato che l’intero progetto nasce anche, e innanzitutto, con l’obiettivo di prevenire e contrastare il caporalato, lo sfruttamento lavorativo, offrendo una via di uscita a chi vive condizioni di fragilità o irregolarità.
Cristian Di Pietro, operatore dello sportello mobile, seguirà personalmente l’area di Rosolini. Ha spiegato che l’approccio parte sempre dal territorio, andando fisicamente nei luoghi dove vivono le persone più vulnerabili, spesso lontane dagli uffici e dai percorsi formali. “A Pachino -ha raccontato – abbiamo iniziato così: andando dove nessuno arriva, ascoltando i problemi reali. Da lì abbiamo capito che le necessità erano legate a documenti, lavoro, casa, scuola. Lo stesso faremo a Rosolini”. Lo sportello fisso sarà operativo l’ultimo martedì del mese, ma “in caso di emergenze – ha chiarito – si interviene subito. Quando c’è un problema legale o sanitario urgente, non si può aspettare un mese”.
Particolare attenzione è stata dedicata al rapporto con il mondo della scuola, presente all’incontro. Molte famiglie straniere, che non parlano bene l’italiano, faticano a comprendere comunicazioni, procedure e richieste. Allo stesso tempo, gli insegnanti spesso si trovano a dover gestire situazioni in cui la barriera linguistica impedisce un dialogo efficace.
Lo sportello offrirà supporto diretto, mediazione culturale e la possibilità di facilitare anche la relazione scuola–famiglia, soprattutto per i casi più delicati. Anche la Caritas di Rosolini ha preso la parola, esprimendo grande soddisfazione e disponibilità totale alla collaborazione. “Molte persone arrivano da noi con bisogni complessi – è stato detto – e avere una rete che risponde in tempi rapidi fa una differenza enorme. Abbiamo visto come lavorate a Pachino e sappiamo che può funzionare anche qui”.
L’ATS ha proposto la creazione di un tavolo stabile, in cui ciascuna realtà del territorio mappi i propri servizi e definisca procedure comuni: una famiglia potrà entrare da qualsiasi porta (scuola, parrocchia, associazione, sportello) e trovare comunque un accompagnamento completo e coordinato. Il protocollo firmato ha una durata fino al 31 dicembre 2028, ma nelle intenzioni di tutti vuole essere l’inizio di una collaborazione stabile. L’impressione generale è che Rosolini abbia deciso di colmare un vuoto: quello tra i servizi esistenti e le reali possibilità di accesso per chi vive una condizione di svantaggio linguistico, culturale o sociale puntando a rendere più facile la vita quotidiana dei cittadini stranieri che cercano casa, lavoro, cure, istruzione per i figli o semplicemente una persona che li accompagni in un percorso difficile, sentendosi finalmente davvero accolti.







