Consiglio comunale aperto sul centro storico: lo studio di dettaglio condiviso “a metà”

Consiglio comunale aperto sul centro storico: lo studio di dettaglio condiviso “a metà”

Ieri, 7 luglio, si è tenuto nell’aula consiliare di Via Roma il consiglio comunale aperto per parlare dello studio di dettaglio del centro storico di Rosolini, per tutti – politici e cittadini – individuato come “punto di partenza” per riflessioni più ampie sullo sviluppo del cuore della città.

È stato un momento importante: non solo per il contenuto dello studio ma per la quantità e la qualità degli interventi – tecnici, politici, cittadini – che hanno animato un dibattito sentito, diventato infine accesso e segnato anche da scambi vivaci e da qualche tensione in campo politico.

Lo studio è stato redatto dall’architetto Marina Consiglio (se ne discute dal 2018, amministrazione Corrado Calvo, qui l’articolo), e ieri sera è stato presentato alla città dall’assessore Giuseppe Giannone e dal Responsabile all’Urbanistica Giuseppe Santacroce. In concreto è un adeguamento alla legge regionale n.13 del 2015, una norma pensata per favorire il recupero del patrimonio edilizio urbano, anche nei centri storici. Lo studio presentato è un documento articolato che mappa lo stato dell’edilizia del centro storico rosolinese e stabilisce regole puntuali per interventi di recupero, demolizione e ricostruzione all’interno della Zona A, ovvero il cuore più antico di Rosolini, continuando a tutelare però il patrimonio di valore storico. Sono state censiti 3102 unità edili e per ognuna di queste definiti gli interventi ammessi.

La planimetria di dettaglio mostrata ieri sera

Tra i punti di forza, anche lo snellimento della burocrazia per gli edifici del centro, da sempre “ingabbiati” in normative troppo rigide.

Il geometra Giuseppe Santacroce

Tra le ipotesi progettuali avanzate dall’assessore e dal responsabile urbanistica, la creazione, ad esempio, di un albergo diffuso, o l’apertura di spazi di co-working, per rendere il centro abitabile ma anche produttivo.

Lo studio ha ricevuto apprezzamenti da molti dei presenti per la chiarezza e la sistematicità con cui fotografa la situazione attuale. Alcuni ne hanno sottolineato il valore come punto di partenza “concreto”, altri, invece, pur riconoscendone la completezza tecnica, ne hanno messo in dubbio l’efficacia nel produrre un vero cambiamento, chiedendosi se sia sufficiente uno studio per rimettere in moto il centro storico.

Le parole del sindaco e la reazione dell’opposizione

Se il piano è tecnico, la politica ci ha messo sopra una visione. Il sindaco Giovanni Spadola, nel suo intervento iniziale, ha parlato dello studio come di un “motore” per la rinascita turistica della città, legandolo all’idea di un centro storico finalmente rinato, sviluppato economicamente, frequentato e turistico. Ma proprio questa visione è stata giudicata “fuorviante” dai consiglieri comunali di opposizione, che hanno accusato il sindaco di spacciare come strategico un atto meramente tecnico.

Gli scontri in aula sono stati molto accessi e hanno coinvolto anche il geometra Santacroce e l’assessore Giannone in uno scontro “a toni accesi” con l’opposizione. Dopo il consiglio comunale, i consiglieri di opposizione, insieme al gruppo Rosolini Libera, hanno rilasciato al Corriere Elorino una dichiarazione congiunta: “Siamo stati convocati per discutere lo studio di dettaglio della Zona A – hanno detto – e abbiamo partecipato vedendo in questo passaggio un punto di partenza per avviare riflessioni più serie sul centro storico. La presentazione del sindaco, a partire dal video fatto circolare per invitare i cittadini, ha dato un’immagine fuorviante, come se il piano fosse la panacea di tutti i mali del centro storico. L’atto riguarda esclusivamente l’edilizia, non lo sviluppo futuro di una identità urbana. La nostra posizione è chiara: questo è un primo passo ma per affrontare il futuro del centro storico serve un confronto che vada oltre cemento e ristrutturazioni”.

La tensione ieri sera si è fatta sempre più evidente, fino ad arrivare all’abbandono dell’aula da parte dell’opposizione, con la maggioranza già ridotta numericamente in partenza.

Gli interventi dei cittadini

Al di là della politica, a segnare il consiglio comunale aperto sono stati soprattutto gli interventi dei cittadini. Numerosi e informati, hanno spesso superato le rigidità politiche.

Il pubblico presente

Pietro Calvo

Francesco Giunta

Carmelo Di Stefano

Natalino Guastella

Giorgio Zocco

Diversi professionisti – architetti, ingegneri, geometri, docenti – hanno riconosciuto il valore dello studio, pur segnalando la necessità di approfondire e migliorare molti aspetti. Sono intervenuti tra il pubblico: gli architetti Francesco Giunta, Natalino Guastella e Antonio Terranova, i geometri Carmelo Di Stefano e Saverio Meli, il cittadino Giorgio Zocco, il professore Pietro Calvo.

I temi emersi dai loro interventi sono stati: l’allineamento delle altezze tra edifici esistenti e nuovi volumi, con la richiesta di tavole dettagliate, che scendano nel dettaglio per evitare storture estetiche già ampiamente esistenti in centro; la preoccupazione per il fatto che la legge ragioni sull’unità singola e non sul tessuto urbano complessivo, chiedendo più spazio per un racconto più organico e storico del centro; l’urgenza di molti proprietari privati, che aspettano da anni di poter intervenire nei loro immobili; chi ha parlato di lavoro “positivo e necessario”, ha chiesto però che sia seguito da una fase di ascolto e studio; è stato affrontato con realismo infine anche il tema dell’abusivismo pregresso, chiedendo che si apra una riflessione su come regolarizzare o rientrare nei parametri gli edifici esistenti, piuttosto che ignorare un problema molto diffuso.

Le prossime tappe

Nonostante il dibattito acceso, il percorso tecnico-amministrativo va avanti. Già oggi, martedì 9 luglio, si terrà la Conferenza dei Servizi, alla presenza degli enti coinvolti. Il piano ha già ottenuto parere favorevole dal Genio Civile, e si attende entro la prossima settimana quello della Soprintendenza ai Beni Culturali. Dopo questi passaggi, lo studio sarà pubblicato all’Albo Pretorio per 60 giorni, durante i quali cittadini e tecnici potranno presentare osservazioni o proposte. In seguito, tornerà in consiglio comunale per l’approvazione definitiva.

Al di là delle tensioni e delle distorsioni inevitabili, la seduta ha mostrato che intorno al destino del centro storico esiste un interesse reale, diffuso, forse più profondo di quanto sembri. Lo studio di dettaglio, per molti, è un buon inizio. Non per tutti, però. E non ancora “la soluzione”.

 

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