Dissequestro della Corte di Appello di Catania, tutti i beni ereditati sono stati restituiti alla signora Giovanna Massa

Dissequestro della Corte di Appello di Catania, tutti i beni ereditati sono stati restituiti alla signora Giovanna Massa

La Corte d’Appello di Catania ha disposto il dissequestro e la restituzione alla signora Giovanna Massa di immobili, beni mobili e somme di denaro che le erano stati precedentemente sequestrati. La decisione arriva con un’ordinanza del 28 maggio 2025, emessa dalla Seconda Sezione Penale, e segue l’assoluzione definitiva della signora Massa nel procedimento penale che la vedeva imputata per “circonvenzione di incapace”.

Il sequestro preventivo dei beni era stato disposto dal GIP del Tribunale di Siracusa nel luglio 2017, nell’ambito delle indagini sorte dall’accusa mossa dai parenti di aver approfittato delle condizioni mentali di Michelina Criscione, nobildonna rosolinese, per farsi nominare erede universale dei suoi beni. Sebbene il Tribunale di Siracusa, con sentenza del 4 dicembre 2023, avesse assolto Giovanna Massa “perché il fatto non sussiste”, non furono presi provvedimenti immediati sul dissequestro.

Successivamente all’assoluzione penale, è stata presentata un’istanza formale per la revoca della misura cautelare. Il Procuratore Generale ha espresso parere favorevole, portando la Corte d’Appello a riesaminare la documentazione. Il collegio giudicante, composto dal presidente Antonino Fallone, dai consiglieri Loredana V.K. Pezzino e Viviana A.E. Di Gesu, ha stabilito che i beni sequestrati devono essere restituiti all’avente diritto, in conformità a quanto ritenuto applicabile ai sensi dell’art. 323 c.p.c.. L’ordinanza del 28 maggio 2025 è stata già inviata agli enti competenti, tra cui la Questura di Siracusa, il Commissariato di Pachino e l’Ufficio Esecuzione della Procura Generale.

Questa ordinanza è una diretta conseguenza della conclusione del lungo procedimento penale durato circa 7 anni. La vicenda giudiziaria aveva avuto inizio nel 2016 con l’apertura del testamento di Michelina Criscione, deceduta il 25 luglio 2016. Nel testamento olografo, Massa, assunta come badante poco meno di due anni prima, era stata nominata erede universale. Ciò portò alla denuncia dei parenti che si videro esclusi dal vasto patrimonio. Le indagini iniziali si concentrarono sulla documentazione bancaria, accertando prelievi per un ammontare di 55.929 euro da parte della Massa, che aveva ricevuto delega ad operare sul conto corrente da Michelina Criscione. L’immobile principale e gli altri beni furono posti sotto sequestro preventivo.

 

Riassunto della vicenda giudiziaria penale che ha portato all’assoluzione nel 2023

Il processo penale vedeva Giovanna Massa, difesa dall’avvocato Mario Fiaccavento, imputata del reato di “circonvenzione di incapace”. L’accusa sosteneva che avesse abusato del suo ruolo approfittando delle presunte condizioni mentali deficitarie di Michelina Criscione per ottenere benefici personali.

La sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”, emessa dalla dottoressa Giulia D’Antoni e le cui motivazioni sono state depositate il 15 gennaio 2024, ha pienamente riabilitato il nome di Giovanna Massa e il suo lavoro. Nel corso delle udienze, la difesa di Massa è riuscita a rendere credibile la sua tesi. È emerso che i prelievi contestati erano in realtà somme richieste dalla stessa Criscione per far fronte a spese mensili significative, tra cui il pagamento delle retribuzioni delle tre badanti che lavoravano presso il palazzo, le esose spese per le utenze, il servizio di vigilanza e il mantenimento dei fondi agricoli. Massa stessa ha testimoniato che la Criscione era pienamente capace di gestire i propri affari economici e che le dava istruzioni precise su quali somme prelevare e quali pagamenti effettuare. La procura ad operare sul conto le fu conferita unicamente per le difficoltà di deambulazione della nobildonna, la quale aveva piena contezza di tutte le operazioni bancarie effettuate.

Un elemento fondamentale considerato è stato il netto miglioramento delle condizioni di igiene dell’immobile e della cura personale di Michelina Criscione a seguito dell’assunzione di Massa nell’ottobre 2014. Il palazzo versava in uno stato di completo abbandono, con le utenze elettriche che erano state addirittura staccate per morosità nel periodo precedente, nonostante le assicurazioni del nipote.

La sentenza si è soffermata in modo critico sulla validità della presunta incapacità della testatrice al momento della redazione del testamento. Il Tribunale penale non ha ritenuto che la diagnosi di “demenza senile in soggetto affetto da cerebrovasculopatia” operata nel 2014 fosse adeguatamente supportata da attività diagnostica.

A sostegno della lucidità e piena capacità di intendere e di volere della professoressa Criscione, il Tribunale ha considerato una certificazione INPS del maggio 2016 (successiva alla stesura del testamento) che diagnosticava solo un “marcato deficit statico dinamico in soggetto con iniziale demenza senile”, e una certificazione del Primario di Psichiatria dell’ASP di Siracusa del febbraio 2016 che attestava la “piena capacità di intendere e di volere”. Numerosi testi, tra cui il Sacerdote Antonio Stefano Modica, il dott. Salvatore Latino e il notaio Spadaro, hanno concordemente riferito della lucidità e collaborazione di Criscione anche in atti importanti come la vendita di un fondo agricolo nel febbraio 2016, ricevendo l’assegno direttamente nelle proprie mani.

Il Tribunale penale, dalla scrupolosa analisi degli elementi probatori, ha concluso che la mera diagnosi di demenza senile, specialmente in uno stato iniziale, non possa compromettere in modo significativo le capacità volitive e cognitive del soggetto. Ha ritenuto maggiormente plausibile che la scelta di nominare Giovanna Massa erede universale derivasse dal sincero affetto e riconoscenza della nobildonna. La presenza di Massa nella vita di Criscione aveva colmato un importante vuoto affettivo e significativamente migliorato la sua condizione di vita e lo stato di abbandono del palazzo.

È degno di nota il fatto che questa sentenza penale del 4 dicembre 2023 si ponga in contrasto con una sentenza civile del 9 ottobre 2023, emessa dal giudice Giacomo Rota della seconda sezione civile del Tribunale di Siracusa, la quale aveva annullato il testamento olografo e ritenuto la nobildonna in stato di incapacità naturale al momento della redazione della scheda testamentaria, basandosi su una diversa valutazione medica risalente al settembre 2014 che descriveva una malattia ritenuta irreversibile e progressivamente ingravescente. Questi esiti diversi tra i due giudizi, civile e penale, stanno portando ad ulteriori azioni legali. L’appello per quanto riguarda il giudizio civile, infatti, è previsto per il mese di ottobre 2025.

Tuttavia, la sentenza penale ha stabilito un dato chiaro: Giovanna Massa non ha approfittato dello stato di salute della nobildonna.

L’assoluzione penale ha dunque riconosciuto la piena innocenza di Giovanna Massa, non sussistendo il reato di “circonvenzione di incapace”. L’ordinanza della Corte d’Appello di Catania del 28 maggio 2025 che dispone la restituzione dei beni precedentemente sequestrati è la diretta conseguenza di questo esito favorevole nel procedimento penale.

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