
Il sangue non si fabbrica: l’Avis Rosolini chiude bene il 2025 ma lancia un appello: “Abbiamo bisogno di nuove forze per non spegnere la solidarietà”
Si è chiuso con la consueta festa di fine anno il 35° anno di attività dell’Avis di Rosolini che si è svolta ieri sera nella sede dell’associazione “Il Carrubo” di via Pachinello. Una sala gremita per un traguardo importante, celebrato insieme ai soci in un clima di festa, gratitudine e riflessione. Con circa 1.500 sacche raccolte nel 2025, l’associazione si conferma un modello virtuoso nel panorama provinciale, contribuendo in modo decisivo all’autosufficienza della zona sud della provincia di Siracusa.

Ma dietro i numeri si cela una realtà fatta di impegno quotidiano, sacrificio e una richiesta urgente: servono nuove forze, nuovi volontari, per continuare a far battere il cuore della solidarietà.
“Il sangue resta una delle poche risorse che nessuna macchina può replicare –ricorda il dottor Edoardo Travali, responsabile del servizio trasfusionale dell’ospedale di Avola-. Grazie all’Avis di Rosolini e alle altre realtà della provincia, il nostro territorio è autosufficiente. Questo ci consente persino di esportare sangue verso centri come il Garibaldi di Catania, dove si affrontano patologie complesse come la cardiochirurgia”.
Travali definisce l’impegno dell’Avis come un “volontariato forzato”, per via dell’enorme mole di lavoro e dei rigorosi requisiti normativi: controlli ispettivi biennali, standard nazionali stringenti, verifiche sulla qualità del plasma ceduto alle industrie farmaceutiche. “Tutto deve seguire una programmazione annuale ferrea per garantire un apporto costante di emocomponenti”.
Dietro ogni sacca, dietro ogni donazione, si cela quindi una organizzazione silenziosa, impegnativa e costante.

il direttivo
“La settimana non finisce la domenica con le donazioni -spiegano dal direttivo dell’Avis Rosolini-. Ogni lunedì si apre con telefonate, incastri, aggiornamenti software e gestione delle urgenze. Il nuovo gestionale introdotto a luglio ha migliorato l’efficienza, ma ha richiesto formazione e adattamento. Ogni appuntamento mancato o disdetta dell’ultimo minuto può compromettere un’intera giornata di raccolta e, con essa, la possibilità di salvare vite”.
L’Avis non è solo una sala prelievi: è un laboratorio di cittadinanza attiva. Lo dimostrano i progetti nelle scuole, che seminano consapevolezza tra i più giovani, e le collaborazioni che rafforzano il tessuto sociale. Tra le storie che ispirano c’è quella di Maria Nella Errante, attuale vicepresidente dell’associazione, prima donatrice a raggiungere il traguardo delle 100 donazioni. Ma accanto all’orgoglio, emergono anche le preoccupazioni: il ricambio generazionale è lento, e le braccia iniziano a mancare.
“Siamo in pochi, e molti vedono l’Avis come un’occasione di rappresentanza, mentre serve gente che lavori concretamente -sottolineano i volontari-. Troppi giovani si avvicinano solo in occasioni speciali, ma il volontariato richiede costanza, impegno e, sì, anche fatica”.
A questo si aggiunge il limite d’età per i donatori, fissato a 70 anni, che molti storici volontari stanno per raggiungere. Da qui l’appello alle istituzioni: “I sindaci e gli enti locali devono promuovere attivamente la cultura della donazione, come previsto dai protocolli nazionali. Se il sistema si ferma, la sanità sarà costretta ad acquistare sangue da fuori, con costi e rischi per tutti”.
Prima iniziativa di sensibilizzazione per il 2026 è il nuovo calendario presentato ieri alla festa Avis con i disegni dell’artista ispicese Valeria Giuga. I bozzetti, ispirati ai cartoni animati degli anni’80, sono “più di un gadget: un ponte tra passato e futuro, tra emozione e azione. Un invito a riscoprire il senso profondo del dono, non solo come gesto, ma come stile di vita”.

Maria Nella Errante con Valeria Giuga.
L’Avis Rosolini lancia un messaggio chiaro: servono nuove energie, nuove idee, nuove mani. Perché la solidarietà non si improvvisa, si costruisce giorno dopo giorno. E perché, come una centrale elettrica, la sua importanza si rivela solo quando si spegne.







