Impresa italiana a Cochabamba: il rosolinese Matteo Covato trionfa in Bolivia e conquista il suo primo titolo ITF

Impresa italiana a Cochabamba: il rosolinese Matteo Covato trionfa in Bolivia e conquista il suo primo titolo ITF

Nel giorno in cui l’Italia del tennis scrive una nuova pagina di storia sollevando al cielo la sua terza Coppa Davis, un’altra impresa, più silenziosa ma non meno sudata, si compie a migliaia di chilometri di distanza, tra le alture della Bolivia. A Cochabamba, il giovane rosolinese Matteo Covato conquista il suo primo titolo nel circuito ITF Men’s, coronando una settimana da sogno con la vittoria nel torneo dal montepremi totale di 25.000 dollari sulla terra rossa sudamericana.

Un trionfo costruito con cuore, gambe e nervi d’acciaio. Perché il cammino di Covato è stato tutt’altro che agevole: cinque match, tre dei quali decisi al terzo set, in un crescendo di emozioni e battaglie al limite della resistenza.

Il debutto contro il venezuelano Ricardo Rodriguez Pace è stato l’unico spiraglio di relativa tranquillità: un solido 6-4 6-4 che ha aperto le porte dei sedicesimi. Da lì in poi, è stato un susseguirsi di montagne russe. Contro l’americano Grazy Voelzke, Matteo ha dovuto scavare nel profondo per imporsi 7-6, 6-7, 7-5 in un match che ha messo a dura prova la sua tenuta mentale. Ma è nei quarti che il suo spirito guerriero è esploso: sotto di un set contro il colombiano Samuel Alejandro Linde Palacios, Covato ha ribaltato l’incontro con un netto 6-3 6-2.

La semifinale è stata una vera e propria odissea. Di fronte, un altro colombiano, Daniel Salazar. Dopo un primo set dominato 6-1, Covato ha subito il ritorno dell’avversario nel secondo, perso al tie-break. Ma il terzo set è stato leggenda: un tie-break infinito, chiuso 13-11, non adatto alla visione per chi ha problemi di cuore.

In finale, ad attenderlo c’era Samuel Heredia, testa di serie numero 5. Ma la pressione non ha scalfito la determinazione di Covato, che ha chiuso i conti in due set tiratissimi, 7-5 7-6, alzando le braccia al cielo in un’esplosione di gioia.

Per Matteo Covato, classe 2005, è il primo sigillo internazionale. Un risultato meritato che arrivano a coronamento di numerosi sacrifici fatti. E mentre a Bologna si festeggia la Coppa Davis, da Rosolini a Cochabamba inizia a brillare un’altra stella del tennis azzurro.

“Sono molto contento del risultato e di come ho reagito nei momenti difficili. Adesso ho solo voglia di riposare: forse domani capirò davvero quello che ho fatto. Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine: il Mach Ball di Siracusa, Fabio Rizzo e Alessio Di Mauro per la disponibilità e i consigli (grazie Alessio per avermi indirizzato verso le alture del Sud America!), Lele Cecchini che mi ha seguito in queste settimane, la Babolat per il supporto, e la mia famiglia, senza cui nulla di tutto questo sarebbe possibile”.

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