L’editoriale – Quando il Consiglio Comunale si trasforma in un’arena in una nave che affonda

L’editoriale – Quando il Consiglio Comunale si trasforma in un’arena in una nave che affonda

La seduta del Consiglio Comunale di Rosolini del 29 luglio 2025 ha mostrato quanto sia fragile il delicato equilibrio tra confronto democratico e scontro sterile. La tensione che ha avvolto l’aula fin dall’inizio, con il rinvio per mancanza del numero legale e la successiva accusa di “disfattismo” all’opposizione, ha creato un clima sfavorevole al buon andamento dei lavori. Invece di favorire il “bene comune”, alcuni interventi sembravano progettati per delegittimare le voci dissenzienti, rafforzando la percezione di una maggioranza chiusa nel proprio fortino, e un’opposizione che alimenta ogni pretesto facendosi forte nell’aver trovato i numeri (8 contro 8) per assaltare quel fortino.

Particolarmente grave è stata l’accusa rivolta al Presidente del Consiglio di agire come guida della propria maggioranza anziché come garante dell’intero Consiglio. La neutralità delle istituzioni non sono semplici formalità ma pilastri imprescindibili della convivenza civile.

Nello stesso tempo il testo firmato da due consiglieri di maggioranza e approdato in consiglio, che definiva l’opposizione “disfattista”, ha avuto l’effetto di incendiare ulteriormente gli animi, anziché incoraggiare una riflessione politica fondata sui contenuti.

Se alla fine la seduta si è svolta sono state due semplici parole di apertura della vicepresidente Cavallo che ha auspicato una maggiore collaborazione futura. Ma perché questo avvenga servono atti concreti, responsabilità condivise e apertura al confronto.

Il Consiglio Comunale ha un compito che va ben oltre la gestione del bilancio o la calendarizzazione delle sedute. Deve essere lo spazio in cui si costruisce una visione comune per la città, fondata sulla partecipazione, sul rispetto reciproco e sull’ascolto. Perché Rosolini merita molto più di un’arena, merita una casa politica dove ogni singola parola costruisca.

Tutto questo, mentre resta in sospeso una questione fondamentale: la tenuta stessa del Consiglio, legata all’esito della valutazione ministeriale sull’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato.

In altre parole, si discute come un’arena mentre la nave affonda. E forse è meglio farla affondare che vederla continuare a litigare.

Qui una breve cronaca del consiglio di ieri

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