L’ex comandante Agosta porta il Comune in tribunale: “Una battaglia per il reintegro della mia dignità”

L’ex comandante Agosta porta il Comune in tribunale: “Una battaglia per il reintegro della mia dignità”

La deliberazione della giunta comunale numero 75 del 16 giugno 2025, riporta alla ribalta la lunga vicenda dell’ex comandante della Polizia Municipale, dott. Orazio Agosta, che per tre anni, dal 2021 al 2024, è stato “declassato” a vice comandante del Corpo di Polizia Municipale di Rosolini.

Con la delibera 75, infatti, la giunta ha autorizzato il legale rappresentante del Comune a costituirsi nel giudizio avviato da Agosta presso il Tribunale di Siracusa – Sezione Lavoro. Nella delibera si legge che l’ex comandante “tende ad ottenere un risarcimento pari a 335.855,77 euro, oltre interessi e rivalutazione monetaria”. Tuttavia è lo stesso Agosta a chiarire che la sua vera richiesta non è economica, bensì etica: “Io sto chiedendo il reintegro della mia dignità. Nel caso in cui dovesse essermi riconosciuta qualche somma, sarà data in beneficenza”.

La vicenda è ben nota e prende avvio nel gennaio 2021, quando Agosta, dopo oltre un decennio alla guida del corpo in qualità di comandante facente funzione, non viene confermato dall’allora sindaco Pippo Incatasciato. Al suo posto viene nominato Salvatore Latino, nonostante Agosta fosse in possesso della laurea. Una rimozione che, come lamentato, sarebbe stata anche in contrasto con il contratto collettivo nazionale e i regolamenti interni del Comune.

Agosta ha continuato a operare come vice comandante anche durante il periodo commissariale e successivamente anche sotto l’amministrazione del sindaco Giovanni Spadola. Solo nel gennaio 2024, a tre anni dalla rimozione, è stato deciso il suo “reintegro” nel ruolo di comandante. Una posizione che, tuttavia, è durata appena 25 giorni, prima del suo pensionamento. Un “contentino” che non è bastato a far desistere l’ex comandante a intraprendere oggi l’azione legale.

Nel frattempo, l’ex comandante aveva presentato due ricorsi d’urgenza (ex art. 700 c.p.c.) e oggi, con il nuovo ricorso, entra nel merito della vicenda, chiedendo che venga riconosciuta una possibile lesione della propria dignità professionale e istituzionale.

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