
Libertà di informazione, Ruotolo e Nicita a Rosolini: “In Italia si colpiscono giornalismo e magistratura”
Chi ha paura della libertà di informazione? “La cronaca ci ricorda insistentemente, in questi giorni, l’importanza del tema” è stato l’esordio di Marco Magrini che, insieme a Milena Figura, hanno moderato il dibattito sulla libertà di stampa in Piazza Garibaldi, per la Festa dell’Unità Provinciale del Partito Democratico.
Ospiti esperti del tema, il senatore Antonio Nicita, vicepresidente del Gruppo Pd al Senato e componente della Commissione Bicamerale di Vigilanza Rai, e l’onorevole Sandro Ruotolo, eurodeputato del Partito Democratico, componente delle Segreteria Nazionale del Pd, con delega all’informazione, cultura e memoria.
Ruotolo: “La stampa è la luce, i governi vogliono il buio”
Ruotolo ha attaccato subito il nodo che riguarda l’Italia: “Il servizio radiotelevisivo deve essere autonomo e indipendente dalla politica. In Italia non accade: la legge voluta da Matteo Renzi consente al governo di nominare i dirigenti apicali della Rai. È un ossimoro: il giornalismo, che dovrebbe essere il cane da guardia della democrazia, non può dipendere da Palazzo Chigi.”
Poi l’affondo: “Il governo italiano non ha fatto nulla per rafforzare l’indipendenza dell’informazione. Anzi: in questo Paese si colpisce il giornalismo e si colpisce la magistratura. Si riducono gli spazi di libertà, si tenta di limitare i contropoteri che garantiscono la democrazia.” E ancora: “Trump sta ammazzando la libertà di stampa, e in Europa non va meglio. Ma guardiamo all’Italia: qui si restringono i diritti, si approvano decreti che criminalizzano il dissenso, si prova a mettere il bavaglio a chi controlla il potere. Io mi sono occupato di mafia e vivo ancora oggi sotto scorta. So che la mafia, come il politico corrotto, ha bisogno del silenzio. La stampa, invece, accende i riflettori. L’opinione pubblica può sapere se un politico è buono o cattivo solo grazie alla stampa e alla magistratura. L’idea che chi viene votato possa fare quello che vuole va contro le regole e contro la democrazia stessa.”
Ruotolo ha ricordato anche la dimensione internazionale delle aggressioni alla stampa, citando il dramma di Gaza: “Nel conflitto abbiamo assistito al più grande massacro di giornalisti: al 26 agosto erano già 247 le vittime, più di 500 i feriti. Perché si uccide il giornalista in guerra? Per non far vedere gli orrori. Ma il dramma è che si uccide anche in tempo di pace. Basti ricordare Daphne Caruana Galizia, assassinata nel 2017″.
Nicita: “Difendere lo Stato di diritto non è una battaglia di sinistra”
Il senatore Nicita ha richiamato il tema dal punto di vista costituzionale: “Stiamo tornando a dover difendere le infrastrutture costituzionali della società. Il paradosso è che quando difendiamo lo Stato di diritto viene fatta passare come una battaglia di sinistra, e questo aumenta il rischio — già costante — di regressione costituzionale.”
Ha poi messo in guardia dal rischio di polarizzazione: “Viviamo un momento difficile: se la regressione prende il sopravvento, rischiamo di ridurre gli spazi di libertà democratica. I liberali americani ricordavano che la legittimazione di un governo democratico non deriva solo dal consenso ricevuto, ma dalla capacità di tollerare il dissenso. Se si rompe questo equilibrio, si rompe la democrazia. Noi cerchiamo di evitare che ciò accada.”