Mancati pagamenti e rischio licenziamenti: la Frasca s.a.s. porta il caso in Procura

Mancati pagamenti e rischio licenziamenti: la Frasca s.a.s. porta il caso in Procura

È giunto ai “ferri corti” il rapporto tra la Alessandro Frasca sas e la Prefettura di Siracusa. La società rosolinese, che si occupa dell’accoglienza dei migranti dal 2014, dal novembre 2024 non riceve le spettanze per i servizi resi, un mancato pagamento che adesso sta mettendo a rischio la sopravvivenza dell’azienda e il posto di lavoro di oltre 40 dipendenti.

Dopo le numerose pec e il sit in in Prefettura, adesso il gestore ha deciso di passare alle vie legali, presentando una serie di denunce alla Procura.

L’ultima denuncia si basa sull’articolo 328 del Codice Penale, che punisce “il rifiuto o l’omissione di atti d’ufficio”. In parole semplici, la società sostiene che alcuni funzionari pubblici non avrebbero proceduto ad autorizzare e completare i pagamenti per servizi già erogati e verificati.

La somma principale che la Frasca Alessandro s.a.s. attende dalla Prefettura ammonta a oltre 547 mila euro, già controllata e approvata dagli uffici competenti. Ma il totale dei crediti vantati, compresi altri importi e interessi per i ritardi, supera i 2 milioni di euro.

Una situazione sta creando gravi difficoltà economiche: la società non riesce più a ottenere anticipi bancari, necessari per pagare stipendi e fornitori e il rischio concreto è che oltre 40 lavoratori perdano il posto.

Il 15 dicembre, l’avvocato della società, Giorgio Spatola, ha inviato un’ultima diffida alla Prefettura, indirizzata anche alla Prefetta Chiara Armenia e ad altri funzionari. Nella lettera si chiede il pagamento immediato delle somme dovute per i servizi svolti tra novembre 2024 e aprile 2025, dovuto all’urgenza legata alla chiusura dei bilanci di fine anno.

La società, attraverso il suo legale, ha espresso incomprensione per la “renitenza e il riserbo” mostrati, specialmente considerando che l’amministratore è venuto a conoscenza di regolari pagamenti effettuati ad altri Gestori del servizio.

Di contro la Prefettura ha inviato un serie di penali, ultime delle quali dopo il sit in davanti alla Prefettura.

Nella diffida è stata anche affrontata l’insinuazione circa una presunta “realizzazione di un ingiusto arricchimento” da parte della società, dovuto all’impiego di personale volontario per l’assistenza sanitaria. L’avvocato ha chiarito che tale insinuazione non giustifica il mancato pagamento per i servizi resi nell’ambito di una precedente convenzione, conclusa il 14 aprile 2025. Inoltre, la convenzione nulla specificava in ordine al divieto d’impiego di volontari.

“Il servizio di assistenza sanitaria -si legge nella diffida dell’avvocato Giorgio Spatola inviata alla Prefettura-, così come tutti gli altri servizi, sono stati regolarmente eseguiti sempre in maniera impeccabile, e secondo i principi di buona fede e correttezza contrattuale, e che, comunque, la convenzione NULLA specifica in ordine al divieto d’impiego di volontari nell’adempimento di qualche servizio, rappresentando, quindi, la detta insinuazione semplicemente abnorme e ingiusta, le prime penali applicate in tal senso alla società risultano notificate il 22.07.2025, dopo le quali il 01.08.2025 la società si è adeguata in conformità”.

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