Regole chiare sull’accesso alle telecamere comunali: “Nessuna eccezione per consiglieri e amministratori”

Regole chiare sull’accesso alle telecamere comunali: “Nessuna eccezione per consiglieri e amministratori”

Il Comandante di Polizia Municipale del Comune di Rosolini, Salvatore Latino, ha pubblicato sul sito istituzionale “un’informativa alla cittadinanza”, datata 9 giugno, con cui richiama con fermezza l’attenzione sui vincoli rigorosi che regolano l’accesso alle immagini del sistema di videosorveglianza comunale.

L’informativa ricorda le normative fondamentali che definiscono il quadro legale della videosorveglianza in Italia e in Europa e il chiarimento del Comandante è inequivocabile: “È fatto assoluto divieto di accesso diretto, visione o richiesta non motivata delle immagini a privati cittadini, Consiglieri comunali o Amministratori dell’Ente, al di fuori delle procedure previste dalla normativa.”

Viene evidenziato che “anche i soggetti appartenenti a organi istituzionali non godono di alcuna prerogativa che consenta l’accesso privilegiato ai sistemi di videosorveglianza”, ricordando le procedure corrette per chi avesse un reale e legittimo interesse ad accedere a tali immagini. “Le richieste“, si legge, “devono essere formalizzate in forma scritta, devono essere fondate su un interesse diretto, concreto e attuale e devono riferirsi a episodi specifici avvenuti entro i 7 giorni precedenti la richiesta. Una volta presentate, queste richieste verranno valutate dal Comando di Polizia Locale in collaborazione con il Responsabile della Protezione dei Dati (RPD). Non saranno prese in considerazione richieste informali, orali o prive dei requisiti”.

L’informativa alla cittadinanza conclude con un avvertimento categorico: “Il rispetto della legalità è inderogabile. Non sono ammesse eccezioni per alcuno.” E per chiunque pensasse di aggirare le regole, c’è una chiara indicazione: “Qualsiasi violazione sarà oggetto di segnalazione immediata alle autorità competenti, con assunzione di responsabilità personali, disciplinari e penali”.

Questa informativa arriva in un contesto ben preciso. Nei giorni scorsi, una discussione sui social media ha acceso i riflettori sul tema dell’accesso alle immagini del sistema di videosorveglianza comunale, un argomento delicato in tema di rispetto della privacy dei cittadini.

La vicenda ha preso il via su Facebook, in uno scambio di commenti a un articolo del Corriere Elorino. Il consigliere comunale di maggioranza Daniele Giurato ha rivolto un’accusa a un cittadino, suggerendo che non raccogliesse i bisogni del proprio cane in piazza. La discussione si è fatta tesa, e il commento del consigliere che ha destato maggiore attenzione è stato: “Prima cerca di essere civile con la tua città. Se vuoi ti faccio vedere i video delle telecamere pubbliche e poi al massimo commenti”.

Il commento del consigliere comunale

Questa frase, riferita esplicitamente alle “telecamere pubbliche”, quindi del comune, ha inevitabilmente suggerito l’impressione che il consigliere potesse avere un accesso diretto, privilegiato, alle registrazioni dei sistemi di videosorveglianza comunali e usarli come mezzo di pressione su un cittadino.

Giurato ha successivamente chiarito (oggi, prima della pubblicazione di questo articolo, alla redazione del Corriere Elorino) la sua posizione: “Volevo dire che le persone che frequentano la piazza lo hanno visto lasciare i bisogni del cane lì, senza raccoglierli, e se si vanno a vedere le telecamere si può verificare, ma io non le ho mai viste né posso vederle, non sono il Comandante di Polizia Municipale”.

Sebbene l’informativa del Comune non faccia esplicito riferimento a questa discussione, il documento è chiaro perchè ribadisce con forza che nessun consigliere, amministratore o privato cittadino può accedere ai sistemi di videosorveglianza al di fuori delle procedure stabilite dalla normativa vigente. Il comandante di polizia municipale  ha riaffermato un principio fondamentale: le regole sull’utilizzo e l’accesso ai sistemi di videosorveglianza sono stringenti e valgono per tutti, senza distinzioni, inclusi i rappresentanti delle istituzioni.

 

 

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