
Risoluzione del contratto, il Prefetto “chiude” il CAS di Rosolini, brutto Natale per 40 dipendenti
Tanto tuonò che piovve. Il Centro di Accoglienza Straordinaria di Rosolini non gestirà più l’emergenza migranti. La Prefettura di Siracusa ha infatti disposto la risoluzione del contratto con la società Alessandro Frasca s.a.s., e il provvedimento è in fase di notifica presso la struttura di contrada Timparossa.
Una decisione che potrebbe essere la fine di un’esperienza considerata, per anni, un modello di accoglienza nel Sud della provincia, dove numerosi migranti avevano trovato non solo ospitalità, ma anche opportunità di integrazione, con contratti di lavoro e percorsi di inclusione sociale. Proprio i migranti, appresa la notizia, hanno espresso disappunto: per loro si prospetta ora il trasferimento in altri centri, prevalentemente nel Nord Italia.
Le operazioni di sgombero dovranno concludersi entro il 18 dicembre, rendendo amaro il Natale per i 40 dipendenti del centro, che da anni operano con dedizione e spirito di servizio.
La risoluzione del contratto arriva al culmine di un periodo di forti tensioni tra la gestione del centro e la Prefettura. Le motivazioni ufficiali non sono ancora state rese note, ma negli ultimi mesi l’ente prefettizio aveva inviato una serie di penali per presunte irregolarità nella gestione, contestate con fermezza dalla società e dal legale Giorgio Spatola, che le ha definite “illegittime”.
Il primo dicembre, i lavoratori del centro avevano organizzato un sit-in davanti alla sede della Prefettura per protestare contro il mancato pagamento delle somme dovute per i servizi già resi. Secondo quanto dichiarato dalla società, il credito vantato ammonterebbe a circa 2 milioni di euro, mai saldati, costringendo la gestione a ricorrere a prestiti bancari per garantire il pagamento degli stipendi.
Nella mattinata di oggi, l’avvocato Spatola aveva inviato una nuova diffida alla Prefettura, affrontando anche l’insinuazione di un presunto “ingiusto arricchimento” da parte della società, legato all’impiego di personale volontario per l’assistenza sanitaria. Secondo la difesa, i servizi sono stati sempre svolti in modo impeccabile e nel rispetto della convenzione, che non vietava l’utilizzo di volontari.
Sempre oggi, la società ha depositato in Procura una nuova denuncia-querela, segno che la vicenda è ormai destinata a proseguire nelle aule giudiziarie.







