Rosolini saluta l’imprenditore Paolo Lorefice: “Un costruttore di legami e di vita”

Rosolini saluta l’imprenditore Paolo Lorefice: “Un costruttore di legami e di vita”

La Chiesa Madre di Rosolini gremita in ogni angolo.

Familiari, amici, intere generazioni di rosolinesi, oggi pomeriggio hanno voluto dare l’ultimo saluto a Paolo Lorefice.

77 anni, Paolo Lorefice è scomparso il 27 settembre scorso all’ospedale di Vittoria dopo una caduta che lo aveva costretto al ricovero, da due settimane, per un ematoma alla testa. Negli ultimi giorni il coma, poi la notizia inaspettata della morte.

Grande imprenditore edile, figura nota e stimata, Paolo Lorefice, – che molti chiamavano “Don Paolo”- è stato ricordato come un uomo che ha costruito molto più di edifici: ha costruito legami, rapporti, una famiglia solida e unita.
Padre di quattro figli, Corrado, Salvatore, Franco e Peppe, e nonno di otto nipoti “che oggi portano avanti i suoi valori e il suo esempio” – come ha ricordato la nipote Sofia durante la celebrazione – “ha costruito interi quartieri di Rosolini ma è stato un costruttore nel senso più pieno del termine. Ha costruito una famiglia solida, unita, cresciuta sotto l’esempio della sua dedizione”.

“Un marito prezioso per Franca, un papà che è stato maestro di vita, di rispetto, di umiltà, di onestà e di amore per i suoi figli, un suocero d’oro – è invece stato il commovente messaggio di Maria, una delle quattro nuore – e un nonno eternamente innamorato dei suoi nipoti, i quattro Paolo, Francesca, Federica, Sofia e Carmelo. L’amico di tutti.  Con la sua determinazione, la sua autorevolezza, insieme alla sua amata moglie, ha creato una famiglia sana, dalle radici alle foglie”.

Paolo è venuto a mancare nel periodo dell’anno a lui più caro: quello della Festa del Sacro Cuore di Gesù. Seppur sempre presente come protagonista in ogni grande festa religiosa, era devoto appassionato del Sacro Cuore. Memorabili, e sempre tra le più chiaccherate, le sue grandissime donazioni durante la cena votiva. Quest’anno la sua assenza, al Santuario, è pesata come un macigno.

Don Luigi Vizzini e Don Alessandro Spatola che hanno officiato la cerimonia hanno scelto il  Vangelo della casa costruita sulla roccia (Matteo 7,24-27), legandolo direttamente alla professione e al carattere di Paolo: “Essendo Paolo un imprenditore, è stato naturale pensare a lui come a chi ha saputo edificare non solo abitazioni solide, ma soprattutto la sua famiglia. La famiglia era la sua casa più bella, la sua forza e la sua promessa. Un grandissimo lavoratore, che ha saputo tessere relazioni di amicizia semplice e sincera, sempre pronto a una parola franca e a un sorriso. Ora la comunità lo affida a Dio, mentre la famiglia raccoglie il testimone della sua vita operosa. Chi passa dalla nostra esistenza lascia un pezzo di eternità”, ha detto Don Luigi Vizzini chiudendo la celebrazione.

Quel pezzo, a Rosolini, porta anche il nome di Paolo Lorefice.

Alla famiglia le più sentite condoglianze dalla redazione del Corriere Elorino di cui Paolo era sostenitore.

E.O

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