
Un fiore per chi non ha nome, il Centro di accoglienza “Frasca” ricorda i migranti del naufragio del 2015 seppelliti a Rosolini
In occasione della commemorazione dei defunti, il Centro di Accoglienza “Alessandro Frasca sas” ha voluto ricordare i morti in mare seppelliti a Rosolini. Gli operatori del centro hanno deposto fiori sulle lapidi dei migranti deceduti nel tragico naufragio del 18 aprile 2015, sepolti in un campo dedicato all’interno del cimitero.
I migranti, giunti senza nome sulle coste siciliane, sono stati identificati solo da numeri, privati della possibilità di essere ricordati dai propri cari, lontani e spesso ignari del loro destino. Proprio per questo, il Centro Frasca ha voluto farsi carico di un atto simbolico ma potente: lasciare un fiore su ogni tomba, come segno di rispetto, vicinanza e riconoscimento della dignità umana.
“Questi uomini e donne sono morti inseguendo una speranza. Non possiamo permettere che il loro ricordo svanisca nel silenzio -ha detto uno degli operatori presenti-. Il nostro gesto vuole essere un abbraccio ideale ai familiari che non possono essere qui”.
Il naufragio del 2015, che vide la morte di centinaia di migranti in fuga dall’Eritrea e da altri paesi africani, è stato una delle più gravi tragedie marittime del Mediterraneo. Rosolini, nel novembre del 2015 e nel luglio 2016, si era distinta per la sua disponibilità ad accogliere prima 10 e poi 5 salme e offrire loro una degna sepoltura, grazie all’impegno del sindaco Corrado Calvo e alla collaborazione delle autorità civili e religiose.
Oggi, a distanza di dieci anni, Rosolini si conferma “Città dell’Accoglienza”. Il gesto del Centro Frasca ricorda che, al di là delle frontiere e delle identità, ogni vita merita rispetto. E che anche chi non ha un nome può essere ricordato, amato, onorato.







