Anche Sinistra Italiana Rosolini promuove la campagna “Vaccino bene comune”

Anche Sinistra Italiana Rosolini promuove la campagna “Vaccino bene comune”

Il comunicato stampa da parte di Sinistra Italiana per promuovere la campagna “Vaccino bene Comune”. Il testo:

Sinistra Italiana, in Parlamento, con i suoi rappresentanti alla Camera e al Senato, ha promosso la campagna intitolata “Vaccino bene comune”.

Così come in tutti i circoli d’Italia, anche in quello di Rosolini è partita la campagna di sensibilizzazione per la raccolta firme tramite l’apposito form online. Accedendo al link riportato in basso nel testo, si potrà accedere alla piattaforma e di conseguenza firmare, conclude il segretario Dott. Corrado Fioretti.
La salute non è proprietà privata, ma un bene comune e un diritto universale.
Per questo chiediamo che l’#Italia sostenga la deroga ai brevetti dei vaccini per tutta la durata di questa pandemia.
Aiutaci anche tu, firma per un vaccino accessibile per tutte e tutti.

Nessun Paese del mondo è rimasto fuori dall’epidemia e dai suoi effetti sanitari, sociali, economici.
L’Europa ha giustamente finanziato la ricerca scientifica per il vaccino ma è giusto garantirne già da adesso l’accesso universale per tutti i Paesi e per ogni cittadino, a prescindere dalle condizioni economiche.
Link per firmare
https://www.change.org/p/presidenza-del-consiglio-dei-ministri-governo-italiano-vaccino-bene-comune?utm_content=cl_sharecopy_25880942_it-IT%3A5&recruiter=1164691343&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition&utm_term=share_petition

Testo dell’appello⬇️

Nel 2020, il mondo è stato travolto da una pandemia che, come ha dichiarato l’Organizzazione Mondiale del Commercio, rappresenta “una devastazione senza precedenti per l’economia globale e il commercio mondiale”. L’emergenza sanitaria prodotta dal nuovo coronavirus richiede – come mai prima – condizioni di accesso rapido a tutti gli strumenti medicali, inclusi i prodotti farmaceutici come diagnostici vaccini e farmaci, per la prevenzione del contagio e la cura delle persone malate. La perdurante scarsità di prodotti medicali che colpisce soprattutto – ma non solo – i paesi a basso e medio reddito mette in grave pericolo la vita del personale sanitario nel mondo, determina il decesso di un numero significativo di lavoratori essenziali, prolunga la pandemia. E con essa, il declino socio-economico globale. Una misura di politica internazionale per garantire l’accesso universale al vaccino e agli altri rimedi che possano fermare il virus SARS-CoV-2 è dunque indispensabile.

Sin dall’inizio della pandemia, infatti, la possibilità di accesso ai prodotti essenziali, nel mondo, è fortemente diseguale. I paesi più ricchi, che rappresentano il 13% della popolazione mondiale, si sono già accaparrati più di due miliardi di dosi dei potenziali vaccini contro Covid19 attraverso acquisti preventivi che i paesi a basso e medio reddito non possono permettersi. I governi europei hanno finanziato la ricerca per il vaccino con imponenti contributi pubblici (16 miliardi di euro) ma senza porre alcuna condizione all’industria farmaceutica quanto a prezzi, strategie di accesso, trasparenza degli studi clinici.
Una delle principali barriere di accesso ai farmaci essenziali risiede nei diritti di proprietà intellettuale, ovvero nel regime di monopolio brevettuale della durata di venti anni che gli accordi TRIPS dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) conferiscono alle industrie. Per questo il 14 novembre 2001 gli stati membri dell’Omc adottarono la storica Dichiarazione di Doha, che riconosceva loro la prerogativa di usare tutte le flessibilità necessarie per rispondere alle necessità di salute pubblica, in deroga ai brevetti. Flessibilità comunque difficili da attuare. Gli effetti negativi di questi monopoli, che permettono alle aziende di fissare le condizioni di mercato dei farmaci, sono stati ampiamente documentati per alcune patologie gravi che hanno prevalentemente colpito i paesi poveri (HIV/AIDS, malaria, polmonite) ma più di recente anche i paesi industrializzati, come dimostra il prezzo inaudito della terapia di Gilead Sciences contro l’Epatite C.

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