“Chi scende dal nord condanna la Sicilia”, lettera di 5 rosolinesi in Lombardia

“Chi scende dal nord condanna la Sicilia”, lettera di 5 rosolinesi in Lombardia

Coronavirus – È notizia di ieri sera: “blindate” la Lombardia e 14 province dell’Italia Settentrionale.

Alcuni giovani rosolinesi residenti al Nord lanciano un grido d’allarme e un invito alla coscienza civile e responsabilità sociale in queste ore così delicate, a seguito di chi, in preda al panico e alla paura, ha affollato le stazioni milanesi per “correre” al Sud, incosciente delle conseguenze che una tale azione potrebbe avere sulla salute dei nostri cari, della nostra economia e delle nostre strutture sanitarie, già pesantemente fragili.

Vorremmo sensibilizzare tutti i “terroni” trapiantati al Nord a non cedere al panico, ritornando a casa metteremmo in pericolo i nostri familiari e a repentaglio il già fragile sistema sanitario del sud.

È vero la Lombardia adesso è triste, Milano al momento non è solo la città della moda, delle opportunità e della movida ma è purtroppo anche la città del CORONAVIRUS.

Molte attività sono chiuse e l’economia del paese è sofferente ma #IORESTO.

Io resto per il bene dei miei cari e per mettere alla porta il virus.

Non è l’apocalisse, non è la fine del mondo ma tornando in massa nelle nostre regioni di origine mettiamo in pericolo non solo noi stessi ma tutti i nostri amici e parenti che vivono al sud”.

Sophia Petrolo

Cettina Zocco

Salvo Quartarone

Claudio Ricchi

Giuseppe Roccasalvo 

 E tutti i ragazzi rimasti al nord

Il nuovo decreto, firmato sabato notte dal Premier Conte dopo la diffusione di una bozza non ultimata, prevede per le zone interessate la chiusura delle scuole e dei luoghi di maggiore affollamento fino al 3 aprile. Ma soprattutto, impone in modo assoluto il divieto di ogni spostamento in entrata e in uscita dalla Lombardia e dalle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Padova, Treviso, Venezia, Asti, Alessandria, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.

Da quando, sabato sera, c’è stata una tale fuga di notizie, centinaia di persone hanno invaso le stazioni milanesi per cercare il primo treno utile per tornare al Sud. Una fuga dalla Lombardia, che è andata in scena tra le 22 e la mezzanotte, e ha interessato anche molti residenti siciliani e rosolinesi che, in preda al panico e alla paura, si sono messi in viaggio verso il Sud dopo le prime indiscrezioni sul decreto che stabiliva l’intera Regione come zona Rossa.

Cosa non si capisce della frase “siate responsabili”? Delle regole e delle disposizioni imposte dal Governo?

Un tale esodo spaventa perché la Sicilia come tutte il Sud non è adeguatamente attrezzata per fronteggiare una simile emergenza, soprattutto per la situazione drammatica e precaria in cui si trova il nostra sistema sanitario locale che, con poco più di 18 posti letto in terapia intensiva per la sola Provincia di Siracusa, rischia il collasso con pesanti conseguenze sulla l’incolumità di tutti, giovani e soprattutto meno giovani.

Per cui, tutti noi, residenti e non di Rosolini, facciamo nostro l’invito di Sophia, Cettina, Salvo, Claudio, Giuseppe e di tutti i ragazzi che in queste ore stanno diffondendo messaggi sui social per richiamare ogni isolano e concittadino alla consapevolezza e all’obbligo morale. Rispettiamo le disposizioni e le regole previste dallo Stato.

Per garantire un’adeguata prevenzione e una maggiore sicurezza tra cittadini, ci corre l’obbligo di ricordare che chi sbarca in Sicilia, con qualsiasi mezzo, provenendo dalle zone rosse del Nord, ha il dovere di informare il medico di base e porsi in autoisolamento.

Chi sta rientrando in Sicilia o è tornato da giorni da qualsiasi regione italiana, con particolare attenzione alle zone gialle o rosse, è tenuto a registrarsi nella piattaforma realizzata dall’Assessorato alla Salute della Regione.

Ecco, il link della Scheda Censimento: http://bit.ly/censimentoCoronavirusSicilia

È il momento di stare uniti, di fermarci per riprenderci e risollevarci più forti che mai. 

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