Crisi, il pressing di Giovanni Spadola all’Amministrazione e al Pd: “Basta navigare a vista”

Crisi, il pressing di Giovanni Spadola all’Amministrazione e al Pd: “Basta navigare a vista”

“A tre giorni dal protocollo della mozione di sfiducia al sindaco di Rosolini, la coalizione che ancora tenta di dare ossigeno a Pippo Incatasciato, naviga a vista. Il Pd in questa vicenda della crisi è responsabile tanto quanto il primo cittadino, ingabbiato da quanti vogliono occupare le poltrone a tutti i costi”. Non usa giri di parole il consigliere di opposizione Giovanni. Spadola, tra i sette che hanno firmato il “rompete le righe”.

“Il Partito democratico fa solo demagogia ed è incollato alle poltrone, teme di perdere il potere e di non tornare ad amministrare Rosolini. Gli esponenti Dem sanno che la loro maggioranza si è dissolta come la neve al sole. Dovrebbero saperlo il consigliere Pietro Assenza e l’avvocato Giovanni Giuca. Il primo nell’ultima seduta del consiglio aveva detto in aula che non avrebbero amministrato senza una maggioranza. Stesso discorso lo aveva fatto l’avvocato Giuca parlando ai microfoni di Radio Ram. Sono rimasti ancora in 7 ed allora perchè non staccare la spina ed andare a nuove elezioni? Una questione di poltrone, di interessi?”.

Spadola non le manda a dire neppure al presidente del consiglio comunale, il Dem Piergiorgio Gerratana. “Se avesse avuto un minimo di buon senso e di fronte ad una paralisi governativa irreversibile, si sarebbe dovuto dimettere, così come aveva chiesto l’opposizione per formare un governo di ‘salute pubblica’. Invece rimane incollato alla sua sedia a 42 euro di indennizzo al giorno che in poco più di due anni e mezzo supera gli oltre 30 mila euro. Gerratana oggi nelle sue funzioni guadagna quanto un bracciante che lavora nei campi per 10 ore al giorno. Dal giorno della mozione il Comune di Rosolini ha sprecato 146 euro. Faccia un gesto di dignità e si dimetta. Tutto questo la città non può più tollerarlo. La cattiva gestione di Rosolini non può diventare la vergogna della provincia di Siracusa. Oggi l’unica strada è quella delle urne”.

 

fonte comunicato stampa

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