La proposta di Corrado Modica al Vescovo: “Il 26 novembre ricordiamo don Bruno Carbone con una messa in Chiesa Madre”

La proposta di Corrado Modica al Vescovo: “Il 26 novembre ricordiamo don Bruno Carbone con una messa in Chiesa Madre”

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“Don Bruno Carbone è stato il parroco di tutti i giovani, un Giovanni Bosco dei nostri giorni. Era devoto di San Francesco D’Assisi ed era un uomo eccezionale che si faceva voler bene. Parlava sempre con il sorriso, il sorriso di Dio”.

Sono le parole di Corrado Modica, uomo di profonda fede e immensamente credente nella religione cattolica, che ieri ci ha invitato a casa sua, in via Algeria, per parlarci della sua proposta in ricordo di Padre Bruno.

La sua devozione si tocca con mano entrando nella sua abitazione, ricca di quadri che raffigurano personaggi a lui rimasti scolpiti nel cuore. Da padre Contarina a padre Farieri, al Papa Bergoglio, il suo piccolo salotto racconta di personaggi che hanno fatto la storia della Chiesa mondiale e rosolinese. E da oggi, assieme a quei personaggi, si aggiungerà il quadro di don Bruno Carbone “un mio grande amico, un uomo -ci dice-, mandato da Dio”, quadro che ha appositamente fatto preparare dalla tipografia Santocono.

E ci parla subito della sua proposta: “Sarebbe bello poter dedicare una Santa Messa a don Bruno per il 26 novembre, giorno in cui compirà un mese dalla sua morte -propone Corrado-. La ricorrenza cade anche di domenica. Magari alla presenza di S.E. Mons Salvatore Rumeo, Vescovo di Noto, e di tutti i parroci di Rosolini”.

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Corrado conosceva bene don Bruno, anche nel suo periodo difficile che lo ha visto staccarsi suo malgrado da Rosolini. “Non avrebbe voluto mai lasciare Rosolini dopo 30 anni perché lui si sentiva cittadino di Rosolini. Ha seguito la strada che gli è stata posta davanti per servire Dio sempre “costi quel che costi” come ha detto lui stesso nell’ultima messa a Rosolini. A noi non resta che ricordare questo grande uomo di grande fede e di preghiera che abbiamo avuto l’onore di avere a Rosolini”.

Corrado Modica, in passato, era stato promotore di un’altra proposta: quella di festeggiare, almeno una volta dopo i 50 anni, la data del battesimo. “È importante -dice-, ricordare la data nel quale il Padre di ha dato lo Spirito Santo che ci spinge a camminare”.

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