Lavoro in nero, 5 imprenditori denunciati e 7 attività sospese in provincia di Siracusa

Lavoro in nero, 5 imprenditori denunciati e 7 attività sospese in provincia di Siracusa

Intensificati i controlli durante il periodo estivo, per il contrasto del lavoro sommerso, dello sfruttamento di manodopera e delle violazioni della normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, da parte dei Militari del Nucleo Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Siracusa. A conclusione dell’’attività ispettiva intrapresa nelle decorse settimane, con il supporto dei colleghi del Comando Provinciale di Siracusa e d’intesa con il Dirigente dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Siracusa, sono stati eseguiti 20 accessi ispettivi in altrettante aziende operanti nei settori edile, ristorazione, traslochi e case di riposo.

A seguito dei controlli operati tra i Comuni di Noto, Solarino, Carlentini, Priolo Gargallo, Rosolini e Siracusa, sono state esaminate 58 posizioni lavorative, di cui 13 sono risultate irregolari sotto il profilo contributivo e retributivo, mentre 15 lavoratori sono risultati occupati senza alcuna garanzia occupazionale poiché prestavano la propria attività completamente in nero.
Nei confronti dei titolari di 7 delle 20 attività ispezionate, inoltre, è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per avere utilizzato “in nero” più del 20% della forza lavoro.
Per altri 7 imprenditori è altresì scattata la denuncia in stato di libertà per diverse violazioni in materia di sicurezza sul lavoro che riguardano la mancata adozione nei lavori in quota di precauzioni atte a eliminare il pericolo di caduta dall’alto, l’utilizzo di lavoratori senza averli fatti sottoporre a preliminare visita medica di idoneità alle mansioni e la mancata verifica dei requisiti tecnico-professionali per aziende appaltatrici di parte delle opere in corso di realizzazione.
In tutti i casi sono state impartite precise prescrizioni ai datori di lavoro, col fine di ripristinare le condizioni di sicurezza imposte dalla legge. A volte si è resa necessaria la temporanea inibizione ad operare nell’area di cantiere, sino al ripristino delle condizioni di sicurezza previste dal D.Lgs 81/08 e s.m.i..
Inoltre un datore di lavoro veniva deferito in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica per avere predisposto un sistema di videosorveglianza idoneo al controllo a distanza dell’operato dei dipendenti, in violazione dell’art. 4 comma 1 della legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori). Nella circostanza è stata disposta la rimozione, ovvero la cessazione di ogni attività di videoripresa, sino alla regolarizzazione dell’impianti secondo la normativa vigente.
Le sanzioni amministrative irrogate ammontano ad oltre 60 mila euro e le ammende contestate ammontato a oltre 40 mila euro.
I controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro proseguiranno al fine di prevenire il fenomeno dello sfruttamento e del lavoro sommerso, specialmente nei pubblici esercizi, nonché contrastare gli infortuni sul lavoro nei diversi settori produttivi, specialmente quelli del settore edile.

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