Le Comunità  Ss. Crocifisso e chiesa Madre danno il saluto a Don Manlio Savarino

Le Comunità Ss. Crocifisso e chiesa Madre danno il saluto a Don Manlio Savarino

Emozionante e sentita la celebrazione di saluto a Don Manlio, che  si è svolta domenica 4 settembre, in piazza Crocifisso, attorniata da decine di fedeli delle comunità Chiesa Madre e S.s.Crocifisso.

La celebrazione è stata presieduta proprio da Don Manlio Savarino, attorniato da Don Bruno Carbone, Don Luigi Vizzini e dai seminaristi della Diocesi di Noto.

Foto di Corrado Occhipinti

Foto di Corrado Occhipinti

Con lui, giovane sacerdote, l’oratorio è risorto, e come dice lui “quel mare”  oggi è ricco di centinaia di giovani che hanno voglia di continuare, con passione, tutto ciò che lui ha lasciato loro in eredità…quella voglia di servire con gioia il prossimo e quel desiderio di far nascere iniziative che portino all’unione e alla scoperta quotidiana delle fede.

Don Manlio ha lasciato a tutti un segno, il segno del suo amore. Lo ricordiamo tutti con affetto, per l’accoglienza verso il prossimo che lo ha sempre contraddistinto e che ha sempre riservato ad ogni persona che entrava in Chiesa.

Un giovani tra i giovani, un vero pescatore di uomini che ha lasciato nel cuore di noi tutti la sua dolcezza, la sua disponibilità, la sua  caparbietà.

Don Manlio e gli Scout

Don Manlio e gli Scout.

Durante la celebrazione molti hanno voluto esprimere un pensiero in ricordo del suo ministero, dal segretario del consiglio pastorale Franco Cartia, dai suoi amati ragazzi dell’Oratorio San Domenico Savio, dai giovani adulti, da padre Bruno e anche dal Sindaco, visibilmente emozionato e commosso, da non riuscire inizialmente a parlare. Ognuno di loro ha espresso il profondo affetto e la vera stima che nutre         nei confronti di don Manlio, ognuno di loro                                                                          ha commosso profondamente i fedeli.

Foto di Corrado Occhipinti

Foto di Corrado Occhipinti

 

Adesso Don Manlio ha un nuovo cammino di fronte, un cammino che Dio ha scelto e che, da vero cristiano qual’è, seguirà con la gioia piena… e noi tutti ricordiamo con gioia quelle sue parole di conforto, espresse a conclusione della celebrazione, parole che hanno lasciato il sapore di un avvolgente abbraccio a tutti coloro che erano presenti  ad ascoltarlo

<< Accolgo l’affetto, la stima e, come ho imparato sempre a fare, a rivolgerla direttamente al datore della vita, a chi ha permesso la mia vocazione,  a chi mi ha dato la gioia di essere un prete e un prete qui, a Rosolini, per questo breve tempo che il Signore mi concesso.  Saluto e ringrazio tutti, è bello stasera essere qua come Comunità di Parrocchia. Ringrazio tutti i parrocchiani della chiesa Madre che ho conosciuto, apprezzato e con i quali ho anche collaborato.  Fatico ad esprimere i sentimenti che in questo momento sono dentro il mio cuore. In questa Comunità mi sono sentito subito in famiglia,  perché, per un prete,  la propria comunità diventa famiglia, è la sposa, è il tutto. Ho creduto a questo sin dall’inizio,  il mio legame così forte con la Comunità, che voi avete percepito, capisco che sia stato difficile comprenderlo dall’esterno. Un prete non è colui che è eunuco in amore, o colui che non sa amare perché non ha una moglie, un prete è colui che è chiamato al di più d’amore, e fare di questo amore un orizzonte più ingrandito, illimitato, nell’aprire il cuore a tutti. Così, ho compreso subito il mio ministero qui, e ho compreso anche il mio servizio.

Ci sono delle paroline chiave da utilizzare e che desidero rivolgervi: permesso grazie e scusa. Chiedo scusa per i miei ritardi, per tutte quelle volte che vi ho fatto attendere. Scusa per il mio essere un po’ ridicolo nell’organizzazione, nella sistemazione dei locali e nella pulizia.

Foto di Corrado Occhipinti

Foto di Corrado Occhipinti

Grazie lo dico al Signore perché mi ha voluto qui in questa stupenda realtà e mi ha voluto qui accanto alla Croce, di fronte la quale ho pregato tanto. Grazie a padre Bruno per le parole di apprezzamento che mi ha rivolto, per il cammino difficile che abbiamo fatto insieme, un cammino di conversione per entrambi; ritrovo oggi  il mio sacerdozio cambiato, che parla più di Croce e che si apre alla resurrezione. Grazie lo rivolgo anche alle famiglie che ho avuto accanto.  Ringrazio il dono dei miei genitori, al loro amore, grazie al quale oggi sono il sacerdote che avete conosciuto. Un grazie ancora lo dico a chi non c’è più e che per me ha rappresentato una guida e un conforto, e questa persona è padre Farieri. Non l’ho conosciuto, visto solo in foto, e dai vostri racconti ho sentito sempre, durante le celebrazioni, la sua presenza in un ministero che, allo stesso tempo, si fa mistero, anche nei quartieri di questa parrocchia, dove qualcuno, ogni tanto, mi fermava dicendomi: “ci sembra di vedere padre  Farieri” e mi sono sentito presente in lui, e questo è un miracolo che la comunione sacerdotale permette,  questo sentire accanto anche i sacerdoti che non ci sono e che sono presenti in noi nel ministero.

Ringrazio gli ammalati che mi hanno dato tanto, sono stati per me presenza di sofferenza e coraggio nel servire tramite proprio  quella fatica e sofferenza che è presente anche nel ministero. Ringrazio anche il Sindaco che ha voluto stasera essere presente  alla Celebrazione, con lui c’è stato sempre un rapporto cordiale e amicale, stima e affetto reciproco, lo ringrazio per quanto stasera ha espresso in lacrime, e per quanto ha sopportato tutte quelle mie richieste… a fin di bene.

Ringrazio tutti quanti hanno avuto cura e dedizione  nei miei confronti. Ringrazio i bambini del catechismo, le famiglie, i fidanzati. Ringrazio gli Scout, con loro ho fatto esperienze uniche che mi hanno condotto a rivedere il mio stile di vita.

Ringrazio i giovani, che sono state presenze amiche, conforto e soprattutto sono state carezze di Dio nella mia vita e non finirò mai di ringraziare il Signore per loro, dal più grande al più piccolo, tutte queste carezze rimangono e rimarranno sempre nel mio cuore e nella mia vita.

Don Manlio e i ragazzi dell'Oratorio

Don Manlio e i ragazzi dell’Oratorio

In ultimo il permesso lo dedico alla comunità del Seminario. Vi chiedo permesso per poter entrare in questa famiglia e in quella del Seminario, chiedo permesso al carissimo don Luigi, che per me, oltre ad essere il Rettore, è anche amico.  Chiedo permesso a ciascuno dei ragazzi perché da questo permesso possano accogliere la mia disponibilità a servire il signore in ciascuno di loro, a poter entrare nelle loro vite e nella loro storia con il Signore, perché anche la mia storia con il Signore possa attingere dal loro entusiasmo energia, forza e vita. Desidero concludere con le parole di papa Giovanni XXIII, che i giovani conoscono bene,  e che rivolgo soprattutto a loro “ All’avvenire penserà la Provvidenza,  penserà a me e penserà a voi, fidiamoci della Provvidenza del Signore, essa è sempre una buona madre”. Grazie>>.

 

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