L’ex assessore Aurelio Basilico: “L’ex discarica di Costa dei Grani è una bomba ad orologeria, si intervenga!”

L’ex assessore Aurelio Basilico: “L’ex discarica di Costa dei Grani è una bomba ad orologeria, si intervenga!”

In evidenza le foto della discarica di Costa dei Grani, scattate da Aurelio Basilico, e dello stato del percolato il 15 novembre, prima delle piogge. 

“L’ex discarica di C.da Costa dei grani è una potenziale bomba a orologeria” – è l’esordio della denuncia dell’ex assessore comunale e provinciale, Aurelio Basilico, che nei giorni scorsi, sollecitato da varie segnalazioni dei cittadini, ha effettuato un sopralluogo all’interno della discarica dismessa.

Anche con l’assoluta mancanza di piogge – dichiara – il percolato defluisce inesorabilmente a valle, figuriamoci cosa accade a partire da adesso, con l’arrivo costante delle piogge”.

È notorio – spiega – che i rifiuti organici conferiti negli anni presso la discarica oggi dismessa, restano attivi per oltre 30 anni e, attraverso il naturale processo di decomposizione anaerobica, producono numerosi liquami altamente inquinanti e contaminanti per i terreni a valle e per le falde acquifere. Comprendo che il Sindaco, distratto da altre incombenze, abbia sottovalutato la questione, ma mi permetto di ricordargli che nella veste di massima autorità sanitaria della città ha l’obbligo di porre in essere tutte le iniziative del caso per tutelare la salute dei cittadini ed evitare un’inevitabile danno ambientale”.

“Lungi dal puntare il dito sulle responsabilità del Sindaco – continua- sarebbe però opportuno un’intervento degli organi competenti, ed in particolare del Nucleo dei Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, per una ispezione ed una verifica di tutte le carenze di matrice ambientale. In questi giorni, sollecitato da diversi cittadini, mi sono recato presso la predetta discarica ed ho constatato di persona lo stato di vergognoso degrado in cui è stata lasciata la discarica: dei cinque cancelli di accesso non esiste più traccia; rovi e sterpaglie di ogni genere coprono l’intera area; segni di incuria e abbandono ovunque; il secondo sito di abbancamento, a suo tempo messo in sicurezza con tanto di guaina costata un mare di soldi, dopo l’incendio di qualche anno fa è stato ricoperto da tonnellate di terra per coprire la guaina bruciata.

“Qualcuno, facilmente individuabile, ha giocato con grande spregiudicatezza, prima con il fuoco, poi con la guaina ed infine con l’occultamento del misfatto con tonnellate di terra. Dulcis in fundo, le vasche di captazione del percolato altamente inquinante viene lasciato defluire nei terreni circostanti ignorando le normative in materia di gestione dei liquami inquinanti. Infatti una corretta gestione prevede il controllo mensile del percolato che, una volta raccolto in vasche di stoccaggio, deve essere inviato presso gli impianti autorizzati al loro smaltimento. Non si perda tempo – conclude- e si intervenga”.

 

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