Morte del piccolo Evan, la difesa della madre: “Anche Letizia vittima del compagno”

Morte del piccolo Evan, la difesa della madre: “Anche Letizia vittima del compagno”

Veniva picchiata regolarmente e aveva deciso anche di interrompere la convivenza quando, sotto i suoi occhi, aveva visto piacchiare il piccolo Evan. Poi la decisione di tornare assieme al netino Salvo Blanco, fino a quel tragico ultimo giorno, in cui il bimbo di 21 mesi è deceduto.
Letizia Spatola, la mamma di Evan Giulio, accusata di non aver impedito i maltrattmenti che il convivente avrebbe rivolto nei confronti del piccolo, ha raccontato la sua versione dei fatti nel corso dell’interrogatorio davanti agli inquirenti. E’ difesa dall’avvocato Natale Di Stefano, che riporta alcune dichiarazioni rilasciate dalla mamma, sicuro che la Letizia sia “un’altra vittima del convivente”.

“Le percosse che Letizia subiva dal convivente erano quotidiane -dice l’avvocato-. Con un bastone o con il cavo dell’antenna. Letizia è entrata in carcere ancora con i lividi addosso. Purtroppo il suo errore è quello di non aver avuto la forza di opporsi e lasciarlo definitivamente. Ha capito troppo tardi quello che stava realmente accadendo con Evan”.
Aveva provato a lasciarlo quando, sotto i suoi occhi, il convivente aveva picchiato Evan. Un campanello d’allarme che però non è bastato per interrompere la relazione. “Purtroppo quella convivenza è ripresa -aggiunge l’avvocato-. In tutte le altre circostanze in cui sono comparsi lividi al piccolo, invece, lei non era presente. Quando chiedeva spiegazioni, però, il convivente accampava scuse del tipo che era caduto dal seggiolino o che si era bruciato con il pane caldo appena uscito dal forno”.

Evan è stato trasportato per ben tre volte in ospedale di Noto a causa dei lividi o delle fratture. Fino all’ultimo giorno. Quella notte del 17 agosto, verso le 3, il convivente aveva preso Evan perchè piangeva e coricato assieme a lui nel letto matrimoniale. La madre, invece, dormiva in un’altra stanza con l’altro figlio. Al risveglio nuovamente i lividi e la lite tra la coppia.
“Alla richiesta di spiegazioni -racconta l’avvocato-, il convivente ha detto prima che era caduto dal letto, poi ha cambiato versione dicendo che aveva sbattuto la testa nello spigolo della porta. Quello che si sospetta, invece, è che quel livido all’occhio sia stato causato da un pugno. Il bimbo sembrava che stesse bene ma dopo aver trascorso la mattinata la situazione è precipitata. E’ andato in arresto cardiaco e sono state effettuate manovre di respirazione. Purtroppo, però, tutto è stato inutile. Adesso attendiamo l’esito dell’esame autoptico che arriverà entro 60 giorni in cui saranno chiare le cause che hanno portato al trauma cranico”.

Alla fine dell’interrogatorio è stata la mamma a chiedere “giustizia” per il suo bambino. “La mamma è un’altra vittima di questa situazione e non è il mostro che tutti dipingono -conclude l’avvocato-. L’errore che non si perdonerà mai è quello di non ha avuto la forza di opporsi ad un soggetto che l’ha manipolata, aprendo gli occhi troppo tardi su quello che realmente stava succedendo”.

Intanto a seguito dell’interrogatorio davanti agli inquirenti, nonostante le sue dichiarazioni di difesa e la sua richiesta di “giustizia” per il figlio Evan, è stata confermata al momento anche per lei la convalida del fermo. Letizia resta rinchiusa nel carcere di Messina.

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