Ordinanza migranti: schiaffo dei giudici a Musumeci, perchè si è arrivati a tanto?

Ordinanza migranti: schiaffo dei giudici a Musumeci, perchè si è arrivati a tanto?

Il Tribunale amministrativo regionale di Palermo ha dato torto al Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, in merito alle competenze in materia di migranti. È stata infatti bocciata l’ordinanza sullo sgombero degli hotspot e dei centri di accoglienza in Sicilia, scaturita dall’emergenza sanitaria del Coronavirus.

Secondo i giudici del Tar, infatti, la competenza in materia resta dello Stato e il provvedimento del presidente della Regione pertanto non è legittimo. Ed è stata ferma e decisa la critica che i giudici amministrativi italiani hanno rivolto in una nota “ai soggetti istituzionali in generale e in particolare al governatore siciliano Nello Musumeci”.

Uno schiaffo al governatore da parte dei giudici: “Il Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa rivolge a tutti i soggetti titolari di ruoli istituzionali e a tutte le forze politiche l’invito ad astenersi dalla strumentalizzazione delle vicende giurisdizionali”.

Riceviamo e pubblichiamo un breve commento sui fatti storici, politici e giuridici che hanno portato a questo scontro, a firma del Dottor Carmelo Blancato, revisore dei conti del Comune di Rosolini e amministratore giudiziario.


Leggere su la Sicilia di questi giorni lo scontro fra Tar e Regione Sicilia non è certamente edificante!

Vi sono delle date da focalizzare del perché si è arrivati a questa situazione:

  • 1957: abolizione dell’Alta Corte per la Sicilia (Alessi- Presidente Regione Sicilia)
  • 2014: abolizione del Commissario dello Stato in Sicilia (Mattarella – giudice Corte costituzionale)
  • 2001: Riforma titolo V della Costituzione (federalismo parte prima)

Nel novembre 2014 i Giornali così commentavano:” Commissario dello Stato addio”

La Corte Costituzionale si era definitivamente pronunciata sulla legittimità di un’istituzione che in Sicilia era sempre stata oggetto di polemiche e controversie. La sentenza, che portava la data del 3 novembre, è la n.255. In pratica venne sancita la fine del controllo preventivo di legittimità delle leggi approvate dall’Assemblea regionale siciliana. Niente più impugnativa, insomma, ma un controllo successivo. Tutto iniziava con un’ordinanza della Consulta, del mese di maggio 2014 che portava la firma del giudice costituzionale, il siciliano Sergio Mattarella. Ordinanza che veniva considerata, dai più, alquanto straordinaria. Il tema del pronunciamento, infatti, riguardava il ruolo del Commissario dello Stato rispetto all’abolizione dell’Alta Corte per la Sicilia avvenuta, in verità, nel lontano 1957 con un colpo di mano: il Presidente della Regione dell’epoca, Giuseppe Alessi, disse che l’Alta Corte «era stata sepolta viva» e che la Sicilia era rimasta senza voce. 

In pratica, dopo oltre 60 anni, con l’ordinanza del 2014, i giudici costituzionali, si accorgevano dei dubbi di legittimità su una istituzione che aveva un senso fino a quando c’era l’Alta Corte per la Sicilia, quell’organismo, cioè, che doveva contro-bilanciare i poteri dello Stato (rappresentati, appunto, dal Commissario) per dirimere le questioni di legittimità delle leggi siciliane. Le due istituzioni, insomma, sarebbero dovute andare di pari passo. Come in un giusto processo che prevede l’accusa e la difesa. Ma così non è stato. 

La Corte Costituzionale con la Sentenza 255/2014 confermava i dubbi. E li trasformava in certezze definendola una illegittimità durata oltre 60 anni.

Ma un’altra grande occasione di chiarezza per i rapporti Stato/Regione si presentava nel 2001 (Riforma federalista). Con quella Legge 3/2001 poteva farsi estrema chiarezza in materia di pubblica sicurezza, sanità, scuola etc.  Tutti temi che nel 2020 si sono presentati “brucianti” rispetto al fenomeno pandemia. Tale legge rimase monca con la fuoriuscita di Bossi dal Governo, in quanto non venne mai attuata la riforma federalista (seconda parte).

Ed allora il povero cittadino nel 2020 si è visto piombare addosso: Dpcm, ordinanze regionali, ordinanze comunali e finanche ordinanze di condominio, oltre quelle delle fantastiche mogli (ma qui parliamo di doveri inappellabili!)

 

 

 

 

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