
Rosolini ricorda Pippo Di Mari: scoperta la scultura in marmo in omaggio alla sua vita e alla sua musica
Questa mattina, al Parco Giovanni Paolo II, si è tenuta la cerimonia di scopertura della scultura in marmo dedicata al professore Pippo Di Mari, figura amatissima della città, docente, musicista, uomo di cultura e di impegno civile.
L’iniziativa, promossa dall’Associazione “Cultura e Dintorni” e approvata dalla Giunta comunale lo scorso 20 ottobre, ha voluto rendere omaggio a una personalità che, come ha ricordato il presidente dell’associazione Corrado Calvo, “ha lasciato un segno profondo e indelebile nel tessuto umano e culturale di Rosolini”.
La scultura, realizzata interamente in marmo dalla Marte SS di Mattia Poidomani, reca incisi i versi della poesia “Per te, Rosolini” scritta dallo stesso Di Mari, insieme a note musicali, simbolo della sua vita intrecciata all’arte e alla melodia.

Alla cerimonia, che si è aperta sulle note di “Un amore come il nostro” (brano del prof. Di Mari) hanno preso parte le autorità civili e religiose, con il presidente del consiglio Corrado Sortino, l’assessore Rosy Gradante, il parroco Salvatore Cerruto, la famiglia Di Mari, amici, ex studenti e colleghi, oltre a rappresentanze degli istituti D’Amico, De Cillis, Sant’Alessandra, Archimede e Ars di Rosolini, che hanno portato il saluto delle rispettive scuole e ricordato, anche loro, il prof. Di Mari. Presenti anche l’assessore Luigia Di Stefano e il consigliere comunale Daniele Giurato.
Nel suo intervento, il professore Corrado Calvo, presidente di Cultura e Dintorni e promotore dell’iniziativa, ha ricordato il senso profondo dell’omaggio: “Questa scultura nasce dall’amore sconfinato della famiglia Di Mari e dall’affetto unanime della comunità. Un popolo è tale se conserva la memoria dei suoi figli che, in vita, hanno lasciato un segno indelebile. Gesti come questo rafforzano l’identità di una città e sono di grande valore educativo per le nuove generazioni.”

Ha poi ricordato il legame di Di Mari con la musica e la gioventù degli anni Sessanta e Settanta: “Pippo rappresentava la generazione che invitava a ‘mettere fiori nei vostri cannoni’. Con lui la musica era lievito di speranza, amicizia e libertà. Ci ha regalato la colonna sonora della nostra gioventù.”
A portare i saluti istituzionali è stata l’assessore Rosy Gradante, in rappresentanza del Sindaco: “Il professore Di Mari è stato un insegnante appassionato, capace di trasmettere entusiasmo e amore per la conoscenza. Per me, che sono stata sua alunna, è motivo di grande emozione essere qui oggi. Rimarrà nella memoria di tutti come un uomo buono, generoso e profondamente legato alla sua città.” “Oggi, nel cuore del nostro paese, – ha detto invece il presidente del Consiglio comunale Corrado Sortino– onoriamo un uomo che ha saputo unire cultura, arte e comunità. Questa scultura non è solo un ricordo, ma un impegno a continuare il suo esempio.”

A scoprire la scultura, che ha ricevuto la benedizione di Padre Salvatore, è stata la famiglia di Pippo Di Mari, la moglie Ada e i figli Mariapina, Ketty, Sabina, Corrado e Jessica. Nella scultura, anche un QR Code da scansionare che raccoglie testimonianze, immagini e contenuti digitali dedicati a Pippo Di Mari.
Con grande emozione, la figlia Ketty Di Mari ha voluto esprimere a nome della famiglia un messaggio di gratitudine e di affetto: “Ringraziamo di cuore l’Associazione Cultura e Dintorni e in particolare il professor Corrado Calvo, il Sindaco, il Presidente del Consiglio comunale, le istituzioni politiche e religiose per aver voluto condividere con noi un momento così importante. Un grazie sincero anche ai dirigenti scolastici, agli insegnanti, agli amici, ai colleghi, ai parenti e a tutti voi che siete qui con noi. È una grande emozione ritrovarci insieme per ricordare il nostro amatissimo papà, circondati dall’affetto di così tante persone che lo hanno conosciuto, stimato e amato.”

Ketty ha poi ricordato con parole di profonda dolcezza il lascito umano del padre: “Sentiamo forte la responsabilità e l’onore di essere eredi della sua vita, vissuta con generosità, dedizione e attenzione verso gli altri. Una vita fatta di relazioni autentiche, di piccoli gesti quotidiani, di presenza silenziosa ma costante. Ci ha lasciato insegnamenti preziosi che custodiamo nel cuore: la fede, la fiducia, la speranza nel futuro, l’amore per il prossimo. Sono semi che continuano a germogliare in ognuno di noi, nella comunità che tanto ha amato e servito. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto immenso, ma anche una luce che non si spegnerà mai: la luce che vediamo negli occhi dei suoi studenti, nei colleghi che ha ispirato, nelle melodie che ha suonato, nei gesti di bontà che compiva ogni giorno in silenzio, con umiltà e con un cuore grande. Papà ha lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi e in tutta la comunità”.
Forte e molto sentito anche l’intervento dell’amico fraterno del prof. Di Mari, Corrado Scala, che ha chiuso il cerchio dei ricordi in un abbraccio collettivo, carico di riconoscenza.“Oggi vi voglio regalare il ricordo del professore Di Mari come uomo d’orgoglio, di dignità e di prestigio. Questi valori non si comprano al supermercato: sono doni che si hanno nel cuore fin dalla nascita.
Lui non sprecava mai il suo tempo, perché era instancabilmente operativo — nella musica, nella poesia, nell’impegno sociale. E spesso lo faceva anche di notte. Noi, invece, troppo spesso sprechiamo il nostro tempo, che è la cosa più preziosa che abbiamo. Diceva Platone che il saggio ha sempre tempo, perché sa vivere”.
Con voce ferma, ma commossa, ha poi concluso: “Non va ignorata la scomparsa di chi ha dato vita e cultura alla nostra città. Caro professore, Rosolini ti deve gratitudine, ti saluta, ti ringrazia e rende devoto omaggio alla tua memoria e alla tua famiglia. Grazie per tutto ciò che ci hai donato: per il tuo impegno sociale e politico, per la tua passione musicale pari alla tua professionalità. Ti ricordiamo nei luoghi della tua musica — a Villa Marina, alla Tavernetta, all’Oasi di Marina di Modica — e persino nella tua residenza estiva di Contrada Marza, dove la porta era sempre aperta a tutti.”






