Sei giorni in terapia intensiva, Nino Caschetto: “I medici mi hanno detto che sono stato miracolato”

Sei giorni in terapia intensiva, Nino Caschetto: “I medici mi hanno detto che sono stato miracolato”

35 anni, sposato con due figlie di 4 e 14 anni, e il 26 luglio la sua vita è stata letteralmente stravolta. Da un virus chiamato Coronavirus. Nino Caschetto è il più giovane rosolinese ricoverato in terapia intensiva a testimonianza che il virus non colpisce solo gli anziani, ma anche i giovani. Lui che il vaccino non l’ha fatto “perché mi dicevano che si moriva dopo averlo fatto”, adesso ha cambiato completamente idea e consiglierà a tutti di farlo prima possibile, lui che non ha altre patologie e si definisce “sano come un pesce”.

“Ma chi non vive questa malattia non può capire -ci dice Nino dalla sua stanza di ospedale dell’Umberto I di Siracusa-. Ho vissuto giorni terribili e credevo di non uscirne vivo. Ho pensato al nostro compaesano Calogero Rizzuto, a quello che ha dovuto passare e che purtroppo non è riuscito a superare. Ho pensato anche io di non farcela. Ho avuto davvero paura. Tanta paura”.

Nino Caschetto, muratore di professione, a fine luglio ha iniziato ad avere la febbre. Febbre che curava con tachipirina. “Mi sembrava una cosa passeggera ma questa febbre tornava sempre, fino a quando mi sono sentito male. Mi hanno ricoverato a Modica e poi mi hanno trasferito a Siracusa dove mi hanno subito praticato il tampone che è risultato positivo. Il virus mi aveva colpito ai polmoni. Non ricordo bene quei giorni, ricordo solo la prima sera quando mi hanno intubato e poi messo un casco per respirare. È stato tremendo. Cercavo di darmi forza, ma ho pensato al peggio. Pensavo alla mia famiglia, a mia moglie, alle mie figlie, e ho pensato che non l’avrei mai più rivisti. Sono rimasto per ben 6 giorni in terapia intensiva. Con me in stanza c’è un anziano che però non riuscivo a vedere. Alla fine dei sei giorni i medici mi hanno detto: “Sei stato miracolato”. Per fortuna sono riuscito a battere questo virus. Adesso attendo solo le dimissioni e di poter ritornare a casa da mia moglie e dalle mie figlie”.

Dimissioni che dovrebbero arrivare domani al massimo dopodomani. E al termine di questa bruttissima esperienza Nino vuole lanciare un messaggio: “È meglio vaccinarsi: è una cosa importante. Sono stato salvato da una equipe di medici che ho trovato qui a Siracusa, molto preparata. Non potevo capitare in mano migliori. Ma so che altri non sono stati fortunati come me. E se dovessi tornare indietro non darei più conto a quelle voci che sentivo che dicevano che chi si vaccina dopo moriva. Sono solo sciocchezze. La realtà è ben diversa, quella realtà che ho vissuto sulla mia pelle. Una realtà che può essere davvero brutta e che ti cambia la vita in un attimo. Per fortuna io oggi posso raccontarlo”.

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