Un consiglio “muto” approva la variante. È addio alla statale?

Un consiglio “muto” approva la variante. È addio alla statale?

Il progetto dell’area di servizio della ditta Spatola-Minardo, dopo mesi di attesa, è stato approvato all’unanimità dei presenti (assenti i consiglieri Calvo, Monaco e Chindemi che si è allontanata dall’aula). Nascerà un distributore di carburante con annesso bar e motel nei pressi dell’area Pip. Un investimento coraggioso per il quale bisogna complimentarsi con la ditta e che porterà sviluppo certo al nostro territorio. Ora però, fatta questa necessaria premessa e assodata la mia posizione di stima nei confronti del signor Spatola a cui porgo i miei migliori auguri, è necessario che la città sappia come ha lavorato (male), in merito alla questione, il nostro Consiglio Comunale.

La variante urbanistica della ditta Spatola è stata rinviata più volte per due motivi.  Il primo era la proposta di contrattazione urbanistica dell’Ass. Carmelo Di Stefano, che però la ditta Spatola, per motivi che hanno radici passate, non ha avuto intenzione di accettare. Ma il secondo e più importante motivo che bloccava l’approvazione era un altro: la variante non poteva essere subito approvata perché proprio in quel punto doveva sorgere in futuro la nuova Strada Statale 115, dato che oggi la “Paolo Orsi” non può più definirsi tale ( o almeno non solo). Approvare la variante, sia chiaro, così come chiariva l’Ingegnere Vincenzo Arancio ( stimatissimo professionista redattore del Prg, che ha purtroppo parlato ad una platea di sordi) non significava far scomparire la strada né viceversa, ma erano possibili soluzioni per portare avanti il progetto imprenditoriale e non privare, al contempo, la città di una Strada Statale.  

La variante della Strada Statale 115 rappresentata graficamente sul Prg

Purtroppo a nulla sono serviti i consigli dell’Ingegnere Arancio (che, anche solo per curiosità, non mi pare sia stato contattato da alcun consigliere), a nulla sono serviti gli approfondimenti del nostro giornale, né i monologhi “urbanistici” dell’Assessore Carmelo Di Stefano che da solo se la cantava e se la suonava, né quelli, come nel consiglio di ieri sera, del sindaco Incatasciato che ha sottolineato per l’ennesima volta, poco prima dell’approvazione, che comunque quella statale “non solo esisteva” ma era anche importante. Bastava probabilmente ascoltare, studiare e analizzare e oggi, ogni cittadino, sarebbe davvero fiero del lavoro svolto dal nostro Consiglio Comunale che ha invece deciso di “approvare la variante fingendo che la questione “Strada statale” nemmeno esista, e fingendo talmente bene da non spenderne nemmeno una parola né prima né dopo l’approvazione del progetto di Spatola”. È bene che la città sappia, come spunto riflessivo su cui può o meno concordare, che non c’è stato un solo consigliere che abbia proferito la parola “strada statale”: un problema di alto spessore e responsabilità politica, un serio progetto e una seria esigenza della città e l’unico punto su cui, a variante approvata o meno, bisognava davvero dibattere. Sarebbe bastato dare valore alla questione, non per forza risolverla, sarebbe bastato che un solo consigliere comunale di maggioranza o di opposizione (e non l’assessore o il sindaco) avesse dichiarato: “Approviamo la variante della ditta Spatola- Minardo perché il progetto è meritevole e ci impegniamo, nel contempo, a far sì che si possa trovare una soluzione alternativa per la nascita della Strada Statale 115”.  Ma tanto, che volete che importi ai cittadini di una strada che al momento non esiste, che non ci crea imminenti disagi e che non si sa nemmeno se potrà essere costruita? Dato che nessuno al momento soffre di questa perdita “fantasma” e dato che le conseguenze saranno comunque lontane, intanto per non sforzarsi troppo si tirano fuori le carte impolverate del Piano Regolatore Generale e si traccia una bella X sulla variante della Strada Statale 115. Il motivo? “ Ca puoi si pensa”.

Non per colpa di Spatola e Minardo ma per colpa di un Consiglio che ha ritenuto che una risposta urbanistica “alla città” non andava data.  O forse perché si sarebbe aperto un dibattito di alto eco politico a cui questo consiglio comunale non è abituato? Perché se la “politica” del sovrano organo cittadino (il consiglio comunale appunto) consiste solo nell’ alzare le braccia per presenze, approvazioni e per interpellanze che lasciano il tempo che trovano, il nostro paese ha già fallito. Perché, capite, cari consiglieri: i gettoni di presenza, i tributi e le approvazioni di carte “formali” non fanno un buon Consiglio Comunale e, che vogliate o no, se si sbaglia sui quei temi si può subito apportare rimedio. Ma con l’urbanistica non si scherza. Perché una brutta palazzina, un marciapiede in pendenza e statali che scompaiono senza rassicurazioni per il futuro sono scelte sbagliate che si ripercuotono drasticamente sul futuro di ogni singolo cittadino e a cui, prima di un ventennio, sarà difficile porre rimedio. Mi auguro che, anche se in ritardo, la considerazione su questo tema arrivi (o dalla maggioranza o dall’opposizione). Perché quando si pensa ad una città, la prima cosa che viene in mente sono le sue strade, i suoi organi vitali: secondo che esse appaiono interessanti o insignificanti anche la città appare tale.

Siamo, come sempre, aperti ad ogni confronto. L’importante è “che se ne parli“.

 Enrica Odierna

 

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