A tre anni dalla morte di Giuseppe Cappello, il figlio: “Le tragedie hanno la memoria corta”

A tre anni dalla morte di Giuseppe Cappello, il figlio: “Le tragedie hanno la memoria corta”

“In memoria di Giuseppe Cappello, vittima del dovere e dell’incuria”. La lapide posta dai familiari nel tratto di strada statale tra Rosolini e Noto contiene un monito chiaro affinchè disgrazie del genere non si debbano ripetere in futuro. E sistemare con un adeguato intervento quel punto ad alto rischio idrogeologico sembrava dover essere un “atto dovuto” dopo la morte dell’agente di polizia penitenziaria che la sera del 25 ottobre 2019, con la sua auto, si apprestava a raggiungere il posto di lavoro. In quel punto della Rosolini-Noto, Giuseppe si trovò a lottare contro un fiume in piena, tra detriti e fango, che invase la strada a causa della mancata manutenzione del canalone Zacchita-Stafenna, finendo poi per essere trascinato dalla furia dell’acqua.

A distanza di tre anni nessun passo in avanti è stato compiuto in quel punto diventato luogo di tragedia. Anzì, si registra un clamoroso passo indietro.

Ad evidenziarlo è la stessa famiglia di Giuseppe Cappello, con in testa il figlio Corrado, che dopo aver studiato le carte ha mostrato la recente Disposizione numero 625 del 24 maggio 2022 con la quale il dipartimento regionale di Protezione Civile ha revocato gli incarichi del Responsabile Unico del Procedimento e ai componenti dell’ufficio di progettazione che dovevano occuparsi di mettere in sicurezza il torrente Stafenna.

Una revoca che arriva a seguito della richiesta presentata proprio dal Rup e dei suoi componenti perché si sono detti “impossibilitati” ad effettuare il proprio lavoro a causa del “variato carico di lavoro, l’obsolescenza delle attrezzature in dotazione e la mancanza di software adeguati”. E i tempi si allungano.

“Le tragedie hanno la memoria corta -dice Corrado Cappello-. A distanza di tre anni, la messa in sicurezza di quel maledetto tratto stradale sembra non costituire più un’urgenza. Né i recenti casi nelle Marche, nel trapanese e a Maratea sono apparentemente serviti per smuovere le alte coscienze e ricondurre la macchina amministrativa in carreggiata. Che era partita, sì. Ma dopo un vorticoso susseguirsi di procedimenti burocratici e tempistiche omeriche, tutto sembra essersi impantanato”.

Il torrente Stafenna-Granati e l’annesso sottopassaggio che attraversa la S.S. 115, tra i comuni di Noto e Rosolini, rischiano quindi di riconvertirsi in un fiume in piena e necessitano di un intervento immediato. Tutto è attualmente come il 2019.

“Ma se #iononrischio, allora non vuole rischiare neppure la Regione? -conclude Corrado Cappello-. Qualcuno vuole forse smarcarsi dalle responsabilità di un’eventuale ulteriore tragedia annunciata, optando per uno sterile immobilismo apparentemente privo di colpevolezza? Homines, nihil agendo, agere consuescunt male”.

E poi conclude: “Perdere mio papà in circostanze così inspiegabili è stato come perdere la bussola. Ma il suo ricordo è l’ago di questa stessa bussola: mi indica di vegliare su una situazione che può e deve essere rassettata. Nessun altro dovrà perdere la vita in quel tragitto, nessun altro dovrà piangere una vita persa in questo modo”.

E se le tragedie hanno la memoria corta, quello del “ricordare” è diventata la mission di Corrado Cappello. Un ricordo che verrà esteso oggi a tutta la cittadinanza con una messa in suffragio per Giuseppe Cappello che si svolgerà oggi alle 17,30 in Chiesa Madre a Rosolini.

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