Intervista al CantAttore Davide Di Rosolini: «Aiutatemi a produrre “Il Male”»

Intervista al CantAttore Davide Di Rosolini: «Aiutatemi a produrre “Il Male”»

Quanto Davide Di Rosolini c’è in Davide Di Rosolini? Chi è costui? Come si definisce? Quali sono i suoi sogni, le sue aspirazioni, i suoi piani?

Davide nasce a Modica nel 1982. Con sei album all’attivo – “Disordine sotto il soppalco”, “T.R.I.S.”, “Praticare il bivacco”, “Combattere l’ansia”, “F.lli Di Rosolini in Novena”, “Disordine sopra il soppalco” -, l’artista dal “folle estro” non smette di organizzare tour in tutta Italia, armato di chitarra, dei suoi immancabili divertenti monologhi e di tanta passione. Il presidente dell’associazione culturale “MU”, che nel maggio scorso ha presentato il suo primo libro “Al cuore non si comanda, ai dipendenti sì”, è attualmente alle prese con un’altra importante scommessa: dare vita a “Il Male”. Di cosa stiamo parlando? Della sua ultima “fatica”, un disco che raccoglie le canzoni di quello che sarà il suo primo musical: 13 videoclip, uno per ogni brano, collegati tra di loro in un unica storia surreale. Per ottenere questo, Davide Di Rosolini ricorre al crowdfunding, un sistema di coproduzione attraverso le donazioni di fan e amici.

Finalista di “Musicultura” 2015, Davide si racconta attraverso quattro neologismi che lui stesso ha coniato: CantAttore, perché opera da anni nel teatro canzone ed i suoi brani sono dei veri e propri microspettacoli teatrali, che hanno spesso a che fare con tutti quei problemi semplici della vita, all’interno dei quali si può sempre trovare la pesantezza di una domanda esistenziale; FantArtista, poiché si imbatte anche nella realizzazione di strane opere e gadget per i suoi spettacoli, dal kit dell’uomo solo al porta portachiavi, dai cartelloni guida per il pubblico a straordinarie mostre di arte contemporanea; CreAttivo, per la sua forte e ricca attività creativa, che gli fa sfornare album, canzoni, fumetti, trailer, film, spettacoli, miracoli; CreAtino, poiché in fondo è uno di quei creativi molto cretini, che parlano d’amore con uno sguardo placido e scanzonato, senza prendersi mai sul serio.

Giuseppe Gallato

Come nasce e come si sviluppa la tua passione per la musica?

Devo ringraziare un padre molto appassionatissimo a tutta la musica del mondo che mi metteva le cuffie alle orecchie già da piccolo e una madre che suonicchia la chitarra. La presenza di strumenti musicali in casa è stata fondamentale. Ero affascinato dallo spettacolo, e infatti mi avvicinavo un sacco a tutti i gruppi più estrosi, che usavano costumi, come nell’heavy metal e nel glam rock. Seguivo attentamente la scena, fino a spostarmi verso il teatro-canzone.

Com’è sono state le tue prime esperienze musicali? Quando hai capito che l’amore per la musica si trasformava nel tuo lavoro?

Beh, che dire… tonnellate di amplificazione portata con una piccola utilitaria, un pubblico terribile, un posto non idoneo e un cachet ritagliato… è un classico dei primi anni di gavetta. Quando ho deciso di far diventare la musica il mio lavoro? Quando dopo aver fatto il fabbro, il tecnico e il grafico per circa 400€ al mese e mi rendevo conto che con un concerto di due ore facevo 100€… ho pensato bene di prendere del tempo per me e dedicarlo alla musica.

Tra i tuoi brani qual è quello che ti ha più sorpreso, riascoltandolo? Queste canzoni rispecchiano mai la tua vita sentimentale?

Uhm… solitamente questa è una cosa che non mi capita mai, a meno che non ascolto un brano per quattro anni e poi lo riascolto. È tipico dell’artista essere sempre insoddisfatto, in fondo è la cosa che ti porta a migliorare. Le mie canzoni rispecchiano sempre la mia vita sentimentale, altrimenti sarebbero finte… e il finto non arriva agli altri, al pubblico. A volte parlo di politica, certo, ma in fondo faccio l’ artista, no?

Esiste una canzone tra le tante da te composte che preferisci, magari legata a un tuo ricordo preciso? 

Longevità, dedicata ai miei genitori… mi ricorda tutta la vita, il mio crescere e mio padre che è venuto a mancare da poco.

Qual è il momento artistico che ti ha dato maggiori soddisfazioni?

La presentazione del disco “Combattere l’ansia”. Con i ragazzi abbiamo fatto veramente un bel lavoro di teatro-canzone e i concerti sono stati strepitosi. Ma c’è da dire che anche gli ultimi concertini fatti con le “ArchiTETTE” sono stati grandiosi, i ragazzi con gli archi di Torino, con cui abbiamo veramente costruito uno spettacolo ricco di atmosfere.

Il tuo ultimo album in programma, “Il Male”, raccoglie le canzoni di quello che sarà il tuo primo musical.  Raccontaci di questo tuo ultimo lavoro.

“Il Male” è un disco diverso. Innanzitutto sarà un disco “serio”, dove mi allontano dal mio classico personaggio “clown” per avvicinarmi a un mondo più tenebroso e crudo. Le canzoni che ci sono dentro sono tutte quelle canzoni molto sentite che negli anni ho messo da parte, spaventato da un pubblico che vuole sempre e solo ridere. Dentro di me così è albergato il malessere, che ha fatto uscire solamente la parte allegra. Ecco allora che come cura personale ho deciso di fare uscire tutto il “male” dentro di me, in modo da dissolverlo e ritornare a ritrovare quell’ironia un pò abbattuta. Siccome di male ne ho trovato certamente tanto, il disco ha trovato sfogo in qualcosa di più ampio, un musical: 13 videoclip, uno per canzone, collegati tra di loro in un unica storia surreale. Ovviamente per una produzione del genere ci vogliono molte risorse e per questo son dovuto ricorrere al crowdfunding, questo sistema di coproduzione attraverso le donazioni di fan e amici. È un sostegno moralmente etico e molto ma molto utile.

Progetti attuali e progetti futuri?

Quello che vorrei fare in questo momento è creare i nuovi monologhi per il nuovo spettacolo e prepararmi all’uscita del disco Tutto questo mentre vado in giro a leggere il mio libro “Al cuore non si comanda, ai dipendenti sì”, uscito questo maggio e presentato al salone del libro di Torino. Ho il desiderio di migliorare le condizioni del mio lavoro, trovare posti più grandi e opportunità interessanti, poiché vorrei tanto uscire dal circuito del “localino”… sinceramente non ne posso più!

La giornata ideale per Davide Di Rosolini?

Quella piena di poesia e incontri interessanti, lontano dai telegiornali. Una giornata quando ti senti innamorato della vita…

 

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