Gennuso: “Comune di Rosolini indebitato, atti alla corte dei conti”

Gennuso: “Comune di Rosolini indebitato, atti alla corte dei conti”

“Se il Comune di Rosolini non è al default, poco ci manca. I cittadini non possono pagare le decisioni scellerate fatte dalle amministrazioni del passato”. Lo afferma il parlamentare all’Ars, on. Giuseppe Gennuso che chiede all’attuale sindaco, Corrado Calvo, di istituire una Commissione d’inchiesta che possa valutare i contenziosi giudiziari ancora aperti, fatti dall’amministrazione Giuca.
“ Il sindaco Calvo attraverso il suo staff legale deve valutare pratica per pratica e magari dopo un parere della Commissione di indagine, inviare gli incartamenti alla Corte di Conti. Già c’è stato il salasso di oltre 400 mila euro per gli espropri nella parte nord di via Sant’Alessandra, ma ben presto esploderà la vicenda sugli “affitti d’oro” per il plesso di via Bellini. Ricordo – aggiunge Gennuso – che l’amministrazione Giuca chiese al proprietario dell’immobile l’adattamento dell’edificio alle esigenze degli uffici comunali, poi il contratto di locazione non venne onorato. C’è il rischio di un’altra condanna di risarcimento e le spese potrebbero superare il mezzo milione di euro, sia per le locazioni non corrisposte, che per l’interruzione del contratto”.
L’on. Gennuso ricorda all’attuale sindaco che il Comune, “per colpa di precedenti amministratori oggi paga una scopertura bancaria di 25 mila euro al mese, per non parlare dei mutui accesi a cominciare dalla costruzione della scuola, raddoppiata nei costi rispetto al progetto iniziale”.
L’on. Gennuso dà merito al predecessore di Calvo, l’avvocato Nino Savarino, che da sindaco ha avuto il coraggio di tagliare gli “affitti d’oro”. “Purtroppo – prosegue il parlamentare regionale – non è bastato perché i debiti accumulati hanno devastato le casse comunali. Sotto l’amministrazione Giuca fu pure acquistato un immobile in via Aprile che oggi ospita una “casa – museo” che nessuno conosce. Se qualcuno ha sbagliato ad amministrare Rosolini deve pagare di tasca propria e per questo motivo ritengo che il ricorso alla Corte dei Conti sia indispensabile. Non possono essere gli ignari cittadini, già tartassati, a pagare un conto che non gli appartiene”.

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