I 37 anni del Corriere Elorino, l’editoriale del Direttore

I 37 anni del Corriere Elorino, l’editoriale del Direttore

Ogni anno è una conquista. Soprattutto oggi, in un tempo che sembra non amare più i giornali di carta a favore di una informazione piena di notizie mordi e fuggi, da leggere scorrendo l’indice sui propri smartphone.
E in questo caos di informazioni e di rivoluzione digitale, il Corriere Elorino, il 24 marzo, compie i suoi 37 anni. Anni in cui abbiamo raccontato la vostra storia che ha riempito la nostra storia. Un giornale libero e indipendente è il modo per dare il giusto valore alle notizie e, soprattutto, al lavoro del giornalista, sostenuto dai nostri inserzionisti e i nostri lettori che sono la nostra vera forza.


Sappiamo che la Verità è una parola che troppo spesso viene colorata da diverse sfumature, ma è l’obiettivo al quale aspiriamo: verificare e informare, senza essere asserviti al potere o al politico di turno. Lo facciamo prendendoci le nostre responsabilità, e subendo, più di quanto possiate immaginare, le critiche del giorno dopo.
Forse sarà questo il prezzo da pagare per l’informazione che vuole essere libera e in buona fede, ma vogliamo continuare a difendere questa libertà. Al contrario dell’informazione propaganda dettata da pruriti personali del politico di turno, oppio temporaneo del tempo che sarà sempre amico della verità.


Lo diciamo senza presunzione, consapevoli che i giornali sono un insostituibile presidio di democrazia. Cavalcare l’argomento per arraffare più like, esibirsi in prima persona come il salvatore della patria, mettere in risalto questioni che fino a poco tempo fa in pochi avrebbero pensato di pubblicizzare, sta portando a una decadenza qualitativa anche della politica e dei politici.


Nessuno mette in dubbio il ruolo importante di internet, ma questi mezzi non possono essere saccheggiati a discapito del lavoro di studio, di ricerca, della passione di tanti giornalisti che credono in quello che fanno.
In un momento storico tra pandemia e terrore della guerra, tra aumenti spropositati dei prezzi di luce, gas e carburante, non possiamo che augurare ai nostri politici di essere lungimiranti e pensare al futuro della città. Mettendo mano ai problemi annosi che altrimenti tramanderemo ai nostri figli.
Il modo congeniale per farlo c’è, e non dovrebbe essere nemmeno tanto difficile. La sera mi capita di leggere la favola di Nemo a mio figlio di due anni. Mi piace arrivare al punto in cui la pesciolina Dory viene catturata assieme a tanti altri pesci in una rete. Nemo e il padre invitano tutti i pesci a nuotare nella stessa direzione riuscendo a rompere le reti e a liberarsi.
Che la politica mediti su questo.

Il direttore, Ferdinando Perricone

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