“Il lupo Nord, la pecora Sud”, le riflessioni di Carmelo Blancato sul libro del Prof. Busetta

“Il lupo Nord, la pecora Sud”, le riflessioni di Carmelo Blancato sul libro del Prof. Busetta

Riflessioni del Prof. Carmelo Blancato – economista 

Mentre le bombe cadono sull’Ucraina, il nostro Parlamento , in sordina, ritorna alla carica sulla “Autonomia differenziata” , con le pressioni delle regioni a traino leghista.

Un dibattito rimasto tronco nel 2001 , con la parziale riforma del titolo V della Costituzione di cui alla Legge 3/2001 , diviene “arma di ricatto” per la sopravvivenza del Governo Draghi.

La presentazione del magnifico libro del prof. Busetta (Ordinario di statistica economica) dal titolo “Il lupo e l’agnello” , rappresenta , con dati alla mano , il LUPO NORD e L’AGNELLO SUD .

La “questione meridionale” ritorna nel mai sopito dibattito storico/economico e sociale , di quanto fastidio dia al Nord il flusso finanziario di somme del PNRR destinate al meridione, quasi a volere scardinare questo fastidioso SUD come predatore di somme.

Il libro traccia le vicende della “Cassa per il mezzogiorno”, quale occasione di sconfitta e rivendicazione delle regioni del Nord.

L’autonomia differenziata sta ripartendo sotto copertura. Si colgono i segnali di trattative occulte tra il ministero delle autonomie e alcune regioni. Si leggono sulla stampa esternazioni della ministra Gelmini che annuncia a breve novità, per una legge-quadro erede di quella che fu già di Boccia, e per le intese con le regioni capofila (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna).

Il punto è che il collegamento al bilancio dimostra che l’autonomia differenziata è prioritaria nell’indirizzo di governo. Anzi, sopravvive con ben quattro governi (Gentiloni, Conte I, Conte II e ora Draghi). Quattro governi, e ancor più quattro stagioni molto diverse: centrosinistra, gialloverde, giallorossa, e ora dei tecnici. È prova che forze potenti spingono per realizzarla, e che una corrente profonda passa nella politica, nelle istituzioni, nell’economia, nella società civile.

Come può sposarsi una “Autonomia differenziata “ con i livelli essenziali di prestazione ? Quali responsabilità politiche dei decisori meridionali nel non realizzare le opere pubbliche ? Quali responsabilità della classe burocratica nel non adempiere e mettere in atto la “capacità di spesa” dei fondi europei?

Non ogni diversità territoriale va rigettata a prescindere. Ad esempio, si è avviato il 28 ottobre nell’Aula del Senato l’iter di un disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare (AS 865) volto ad inserire nell’art. 119 della Costituzione il concetto di “insularità”. In sostanza, recupera in parte e attualizza il testo originario della Costituzione del 1948 – poi cancellato dalla riforma del 2001 – che richiamava il Mezzogiorno e le Isole. Quale che sia la sorte futura del ddl, persegue un obiettivo in principio apprezzabile di maggiore tutela di eguaglianza e diritti.

Vanno invece respinte le differenziazioni che assumono le diseguaglianze come elemento propulsivo e di competitività per questo o quel territorio, in quanto capace di mettere più e meglio a frutto le risorse: Nord vs Sud, aree urbane e metropolitane vs aree interne. È la filosofia sulla quale si fonda la strategia della “locomotiva del Nord”. Una strategia che le classifiche territoriali europee dimostrano fallimentare. E rispetto alla quale l’autonomia differenziata è servente.

Il testo di Busetta tratta di come trasformare il Mezzogiorno in opportunità , a chi addebitare i 2 secoli di fallimento delle politiche meridionalistiche e quali sono le proposte operative attuabili in tempi brevi.

Busetta cerca di dare risposte chiare e documentate rivisitando le posizioni dei principali attori della questione meridionale, ma egli parla anche di autonomia differenziata , diritti di cittadinanza, divari territoriali, federalismo, residuo fiscale e Zes.

 

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