Palestra “23 maggio 1992”: l’abbandono, la mancata gestione e oggi la soluzione

Palestra “23 maggio 1992”: l’abbandono, la mancata gestione e oggi la soluzione

Doveva essere una struttura moderna e polifunzionale, un importante spazio aggregativo e di crescita per i giovani rosolinesi. Oggi è solo “una cattedrale nel deserto”. La palestra polivalente “23 maggio 1992” di contrada Rizzarelli, sita alle spalle del Palasport “G.P.Tricomi”, si trova in uno stato veramente pietoso.

Le continue incursioni di vandali hanno depredato il tensostatico, sono stati presi di mira gli infissi, bucate le porte e danneggiato il tendone. L’interno riversa in condizioni igienico-sanitarie precarie, con escrementi animali di ogni genere sparsi su tutto il campo. Enormemente carente la sorveglianza, come scarsa risulta anche la pulizia dell’area esterna circostante, corredata da fitte sterpaglie secche a rischio incendio per via della stagione estiva in corso.

Stringe il cuore vederla così e raccontare il suo stato d’abbandono non renderà mai quanto i nostri occhi hanno visto nell’effettuare un sopralluogo sul sito.

Ma c’è dell’altro: finanziato dai fondi pubblici “Pon – Sicurezza obiettivo convergenza 2007-2013”, nell’ambito del progetto quadro ministeriale “Io gioco legale”, l’impianto fu inaugurato dall’Amministrazione Calvo ben più di due anni fa – il 28 aprile 2017 –e da allora non è mai stato reso fruibile alla comunità e alle associazioni del territorio.

Fatto sta che nel 2017 si annunciava la sua apertura. All’incirca un anno dopo, nel maggio 2018, la sua gestione veniva affidata per 5 anni alla società polisportiva “Rosolini 2000” in virtù di una convenzione sottoscritta dalla giunta dell’allora Sindaco Corrado Calvo; nei mesi immediatamente successivi alla stipula del documento, la società provvedeva a effettuare le dovute riparazioni, ripristinare e mettere in sicurezza il centro prima dell’avvio delle varie attività sportive. Lo scorso settembre, un inceppo che non ha mai reso utilizzabile il luogo e quindi permesso all’associazione di portare avanti i propri obiettivi: la mancanza della rete elettrica.

Il riallaccio della corrente avrebbe comportato una cospicua spesa che spetterebbe all’Ente come da convenzione ma che, ad oggi, secondo disposizioni amministrative, è stata lasciata a carico dell’Asd affidataria la quale, essendo tutt’altro che irrisorio, non ha potuto affrontare l’importo.

Si tratta di una decisione assunta dall’Amministrazione a seguito di alcune prescrizioni disposte dalla Corte dei Conti per la situazione di Piano di Riequilibrio finanziario in cui si trova l’Ente: una rivisitazione delle convenzioni quasi “obbligata”, pena l’osservanza di questa prescrizione, per cui la manutenzione ordinaria e le utenze dell’energia elettrica è andata in capo all’affidatario.

Neanche a dirlo: da settembre tutto è rimasto fermo. Senonché la società ha dovuto provvedere alla dismessa della convenzione.

Il rilascio dello stabile però, non è ancora avvenuto al 100%, in quanto si è ritenuto di risolvere la questione con un proponimento: l’Amministrazione presto diramerà un avviso pubblico per reperire più associazioni che, insieme, possano prendersi carico del bene.

Precisa il sindaco Incatasciato: “nonostante questa decisione quasi dovuta, è nostro primario interesse che la palestra debba rimanere in uso, e quindi pubblicheremo subito un avviso pubblico per reperire più società sportive che possano attendere all’uso comune della struttura, e sostenere i costi di manutenzione che ne derivano”.

Nel frattempo, fa sapere l’Assessore allo Sport Franco Arangio, l’argomento è già al vaglio di assessorato e settore competenti per una migliore risoluzione della vicenda e per rendere il polivalente sportivo presto disponibile all’uso. Immediato riscontro c’è stato pure da parte dell’Assessore ai Lavori Pubblici Carmelo Di Stefano, che ha subito provveduto ad avviare la scerbatura e messa in sicurezza del luogo, esprimendo una riflessione sul vandalismo che ignoti incivili hanno attuato in questi due anni contro il palazzetto in oggetto.

Posso dichiarare che Rosolini è un paese fortemente omertoso – dice rammaricato -, pretende i servizi, pretende che tutto funzioni bene ma non collabora. Come se il Comune appartenesse al Palazzo Comunale, e non ai residenti. La città è nostra e siamo noi stessi che dobbiamo cercare di tutelarla, e se vediamo delle cose che non funzionano, dobbiamo denunciare. La città deve fare la sua parte”.

Un appello il suo, a cui si unisce anche il primo cittadino che richiama i cittadini alla collaborazione, “per un salto culturale e di qualità che la città merita”.

In tutti i casi un dubbio resta: se non fosse stato sollevato il problema, il palazzetto “23 MAGGIO 1992” sarebbe ancora in stato d’abbandono? A voi le conclusioni. Ad ogni modo, a prescindere dalle responsabilità, adesso, con le dovute chiarezze del caso, quel luogo può iniziare a vivere. O perlomeno si spera.

 

 

 

 

 

 

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