“Siamo pronti alla protesta!” Cacciatori in rivolta dopo la chiusura della caccia al coniglio

“Siamo pronti alla protesta!” Cacciatori in rivolta dopo la chiusura della caccia al coniglio

La FIDC di Rosolini di cui è presidente Giuseppe Misseri e il Gruppo Passione Coniglio, con i suoi amministratori Corrado Villari e Paola Carbè, non ci stanno alla sospensione della caccia stabilita con un’articolata ordinanza del Tar di Palermo che ha accolto il ricorso presentato da Legambiente Sicilia, LIPU e WWF contro il calendario venatorio 2018/2019 emanato ad agosto dall’Assessore all’agricoltura Edy Bandiera perché in contrasto con il parere dell’ISPRA. Legambiente, LIPU e WWF chiedono all’Assessore Bandiera l’immediata esecuzione della decisione del TAR per evitare ulteriori e irreparabili danni al patrimonio faunistico. Intanto però si ribellano i cacciatori di Rosolini e dell’intera provincia per cui la chiusura della caccia rappresenta un danno economico ingente. Mentre la caccia agli uccelli e alla piccola selvaggina è stata chiusa fino al 1° ottobre, per la caccia al coniglio è stata prevista la chiusura per l’intera stagione. Giuseppe Misseri ( Presidente FIDC Rosolini) , Marco Schifitto (membro FIDC) , Corrado Villari e Paola Carbè (amministratori del Gruppo Passione Coniglio che conta 3000 membri) si ribellano all’ordinanza: “Chiudere la caccia al coniglio è un errore sociale e culturale” – dichiarano- “dietro questa caccia ci sono anni di allenamenti e addestramenti di cani per non parlare di un indotto economico enorme che riguarda le industrie dell’alimentazione animale, delle armi e della cartucce, dell’abbigliamento selezionato e degli accessori”. Per i cacciatori, la chiusura della caccia al coniglio provoca danni economici ingenti non solo agli interessati ma a tutta l’economia che ne ruota intorno. “Le nostre spese sono enormi, per le armi, per il mantenimento degli animali e come ultimo, ma non meno oneroso, il costo del porto d’armi perché bisogna ricordare che siamo cacciatori regolarizzati e non bracconieri. C’è una bella differenza! – continuano. Tra le cause di sospensione della caccia infatti rientrano i due episodi di bracconaggio verificatesi a Trapani (con l’uccisione di un capovaccaio), a Siracusa (di una Sterna maggiore) e a Messina (in cui è stato trovato ferito un falco pescatore). Tutte specie che non si potrebbero cacciare ma che i bracconieri sparano ugualmente. I cacciatori però si distaccano da questi vili episodi: “Noi non siamo quei bracconieri e nella nostra attività venatoria rispettiamo le specie protette. I conigli non c’entrano nulla e possiamo dimostrare con documentazione – continua Villari- che in Sicilia non c’è alcun rischio di estinzione per questa specie”. Intanto i cacciatori non hanno intenzione di stare in silenzio e hanno contattato l’Assessore Bandiera in attesa di un riscontro che, se non dovesse esserci, si trasformerà in una protesta di massa che potrebbe vederli protagonisti a Palermo nei prossimi giorni.

CATEGORIE
TAGS
Share This

COMMENTS

Wordpress (0)
Disqus ( )