Caserma dei Carabinieri mai realizzata a Rosolini, al danno si aggiunge la beffa

Caserma dei Carabinieri mai realizzata a Rosolini, al danno si aggiunge la beffa

Doveva diventare un punto di riferimento strategico per l’intera zona sud soprattutto per la posizione in cui doveva nascere: lungo la statale 115, oggi via Paolo Orsi, quasi di fronte alla stazione ferroviaria. Una caserma di Carabinieri nuova, all’avanguardia, che aveva già ricevuto il benestare da parte del Ministero dell’interno, con tanto di progetto iniziato nel 1989 e finanziamento approvato dal Banco di Sicilia, che però non ha mai visto la sua realizzazione.

E nel febbraio 2017 quella caserma, dopo quasi 20 anni dalla sua progettazione, è stata cancellata anche dal Piano regolatore Generale in quanto il proprietario si è rivolto al Tar per svincolare l’area con il Prg che risulta scaduto nel 2008.

E adesso, come se la vicenda non fosse già abbastanza triste per la città, il progettista, l’ingegnere Vincenzo Arancio, ha chiesto nel 2020 al Comune di Rosolini, giustamente, che quel progetto commissionatogli dall’amministrazione dell’epoca, venga finalmente pagato. Un progetto dal valore complessivo di oltre 53.000 mila euro per una caserma dei Carabinieri che in pratica non nascerà mai più. Ne è nato un contraddittorio e adesso la giunta comunale di Rosolini, con deliberazione del 13 luglio 2022, ha proceduto a nominare un avvocato per difendersi in giudizio.

Nel 2017, quando fu approvata la variante puntiforme e la caserma dei Carabinieri disse “addio” dal Prg, era stato solo il movimento “Piazza Civica”, con in testa l’ex sindaco Pippo Incatasciato e l’ex assessore Carmelo Di Stefano, a protestare affermando a gran voce che “le scelte politiche avevano rubato il futuro alla città”.

L’area in cui doveva sorgere la Caserma dei Carabinieri

In quella occasione, infatti, la perdita della Caserma dei Carabinieri fu attribuita principalmente alla mala politica che “non guardava all’interesse collettivo ma a quello personale” con scelte susseguitesi nel tempo che non “avevano mai portato all’esproprio dell’area”.

Eppure il mutuo si sarebbe ripagato da solo. Per il Comune di Rosolini, infatti, sarebbe stato un classico mutuo a “costo zero”, in quanto si sarebbe via via estinto con le somme che il Ministero dell’Interno avrebbe riversato annualmente nelle casse del Comune per il pagamento dell’affitto. E una volta pagato il mutuo sarebbero state somme che avrebbero dato respiro al bilancio comunale.

Insomma una grossa occasione persa per la città e per tutta la zona sud, e adesso al danno si aggiunge la beffa. Da pagare c’è il progettista, e, a farlo saremo, ancora un volta, tutti i cittadini mal amministrati.

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