Consiglieri Comunali di opposizione alla “prova di forza”: si va verso la sfiducia?

Consiglieri Comunali di opposizione alla “prova di forza”: si va verso la sfiducia?

Aria di “sfiducia” abbonda tra gli intrecci della politica rosolinese in cui, dopo che 4 consiglieri di maggioranza si sono dichiarati indipendenti e si sono dimessi 2 assessori in piena emergenza Coronavirus, il ruolo di “maggioranza ufficiale” è passato proprio nelle mani della minoranza che oggi conta 11 consiglieri contro i 5 della maggioranza.
A restare integro – anche per affinità di intenti- solo il gruppo del Pd con il Presidente Piergiorgio Gerratana e i consiglieri Piero Assenza e Cettina Assenso, a cui si unisce il consigliere e neo assessore comunale Cristina Chindemi, unica superstite della coalizione del sindaco Incatasciato (Piazza Civica). Il quinto rimasto è Emanuele Monaca, del gruppo “Rosolini la nostra terra” che seppur resta ancorato alla maggioranza- almeno per il periodo dell’emergenza- non nasconde alcune diverse vedute, talvolta importanti, rispetto a determinate scelte del Primo Cittadino, e chissà se queste minime insofferenze, anche se chiarite, potranno dar vita all’ennesimo distacco.
Intanto la sfiducia pare essere alle porte: che sia nei confronti del Sindaco Pippo Incatasciato o nei confronti del Presidente del Consiglio Piergiorgio Gerratana, è ancora da scoprire e sembra essere questioni di giorni.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso infatti pare essere stata proprio la scelta “poco democratica” – come la definisce l’opposizione- del Presidente Gerratana che ha stabilito la modalità di lavoro del Consiglio in streaming piuttosto che in aula ma “senza mai aver chiesto il parere di tutto l’organo consiliare”- dicono i consiglieri . Così come c’è chi rimprovera al Presidente un ritardo del Consiglio Comunale, già prima dell’emergenza, di ben 4 mesi o di non aver mai richiesto un consiglio comunale per far fronte all’emergenza “a parrocchie riunite”.

Intanto per domani mattina è prevista, sempre in streaming, la convocazione della conferenza dei capigruppo. Convocati 10 dei totali 11 consiglieri di opposizione ma si prevede già un altro “sabotaggio”, come per la prova generale, dopo la quale il Presidente Gerratana ha dichiarato “di non essere rimasto stupito dall’assenza dei consiglieri” aggiungendo anche: “Io penso che il progresso non si possa fermare e quindi, o volontariamente, o contro la volontà di qualcuno, questo è il sistema che sobbiamo utilizzare da qui in avanti, almeno fino a quando l’emergenza sarà conclusa e poi capire come sfruttarlo al meglio“.

Frase mai digerita dal consigliere Mariaconcetta Iemmolo: “Quasi un dictat. E allora dov’è la democrazia? Dov’è il ruolo del Consiglio? Andava deciso insieme”, ricordando che una soluzione poteva essere l’uso dei locali dell’Attilio del Buono per aumentare le distanze di sicurezza, seppur con i relativi dispositivi.

Per l’opposizione il problema non è tanto lo streaming ma una “questione di mancata democrazia”, una mancanza di rispetto “del ruolo di consiglieri”.
Il dilemma non è streaming sì o streaming no – ci ha riferito ad esempio la consigliera Annamaria Cataudella – il problema è che l’ultima data di un C.C. risale a dicembre 2019. Perché non si è convocato un consiglio in un paese che versa in gravi danni economici e sanitari in questo periodo così particolare? Vuole toglierci anche il nostro unico ruolo di consiglio comunale?”. Più dura ma sulla stessa linea, anche Anna Azzaro: “Pensa il presidente di ingabbiarci dentro l’effimero quesito tra streaming si o streaming no? Falso dilemma! Perché il vero quesito è la mancata convocazione del consiglio dal dicembre 2019 ad oggi. Ha cancellato il ruolo istituzionale e politico della massima istituzione amministrativa e politica della città. Comportamento che va stigmatizzato e denunciato quale gesto istituzionalmente omissorio”.

Lo streaming ci è stato imposto, non sapevamo nemmeno dell’acquisto e della spesa dei 1200 euro” – dice invece il consigliere Rosario Modica.
Della modalità di lavoro in streaming non ne trovano il senso nemmeno i consigliere Evelina Gambuzza, Lorena Gerratana e Luigi Calvo: “Tutti stanno cominciando a lavorare in aula, perché noi no? Ci sono gli spazi per garantire la sicurezza e i 1200 euro, per lo streaming fino a dicembre, sono uno spreco dato che lo stato di emergenza è fino a luglio”. Spesa inutile su cui batte anche Giovanni Spadola: “Non ci sono mai risorse economiche né per i disabili, né per i giovani o gli eventi o per chiunque sia in difficoltà; invece per queste cose i soldi li trovano sempre. Gli amministratori li vedo nei bar, li vedo nei supermercati e poi temono di prendere il Covid dentro il Comune con tutte le disposizioni del caso?
Alla linea dello spreco si aggiunge il consigliere Corrado Roccasalvo che incalza favorito anche dai nuovi prospetti del governo: “L’orientamento del Governo è far riaprire tutto dopo il 18 maggio. Se dopo quella data comincia il libero scambio tra le persone perché limitare il consiglio comunale seppur con tutte le precauzioni sanitarie del caso? Oggi spendere 1200 euro è stata una mossa inutile e uno spreco totale”.

Resta più bilanciato, ma sulla stessa linea, il consigliere Enzo Vigna che rimprovera, più che lo streaming, la mancata convocazione del consiglio all’indomani dell’emergenza per la quale i consiglieri tutti, sia a livello politico che professionale, avrebbero potuto dare un forte contributo: “Era giusto coinvolgere tutti i capigruppo per decidere insieme la soluzione più adatta. Vero è che lo streaming potrebbe essere una buona strada ma non garantisce la massima espressione del Consiglio. Il vero problema però è il ritardo della convocazione del consiglio, impensabile che un’amministrazione ci pensi dopo tutti questi mesi, non mettendoci nelle condizioni di lavorare tutti assieme in fase di emergenza per discutere su soluzioni a livello economico, sanitario e sociale e verificare insieme tutte le istanze urgenti dei cittadini”.

Stoccate da ogni consigliere e numeri da “maggioranza” in opposizione che fanno emergere un’aria di sfiducia che nonostante l’emergenza ancora in atto potrebbe balzare fuori da un momento a un altro, e pure presto. Ma per adesso per il sindaco Pippo Incatasciato non pare essere tempo per “concentrarsi sugli equilibri politici”.
Gli abbiamo chiesto se sente l’avvicinarsi della nube di sfiducia ma dice: “Sono concentrato solo sul governo della città e guardo dritto alle necessità della gente, sia per l’emergenza Covid che per quelle passate. Mi dedico 15 ore al giorno alle esigenze sociali e sanitarie della città e non escludo, nè l’ho mai fatto, nessuna collaborazione. Anzi posso dire di aver accolto pure le collaborazioni di alcuni consiglieri di opposizione che hanno comunque trovato il modo di collaborare. Non dimentichiamo che in questa fase di emergenza c’è stato un momento in cui si urlava anche ai disordini sociali. Questo è per la città un periodo delicato ed è necessario che la politica tenga la barra dritta”.

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