Il 24 maggio la De Cillis di Rosolini in scena al teatro greco di Palazzolo con “Elena” di Euripide

Il 24 maggio la De Cillis di Rosolini in scena al teatro greco di Palazzolo con “Elena” di Euripide

Rieccoci! Dopo l’esperienza vissuta nell’anno scolastico 2018/2019 l’Istituto Comprensivo E. De Cillis, tornerà martedì 24 maggio, alle 9.00, sul suolo aspro di Akrai a raccontare le vicissitudini e i tormenti della donna più bella dell’antichità, Elena, attraverso le parole senza tempo di un autore straordinario come Euripide.
Da dove nasce l’idea di un Laboratorio teatrale?
Questa è un’epoca in cui viene continuamente richiesto di adattarsi a cambiamenti molto rapidi, di essere capaci di inventare soluzioni nuove di fronte a situazioni diverse, di essere in grado di comunicare usando tecniche espressive e linguaggi di vario tipo. Tra i mezzi più idonei a preparare i giovani a prendere contatto con il proprio mondo, a sviluppare creatività ed espressività, vi è il Teatro. Esso infatti favorisce il superamento della prevalenza del linguaggio verbale, stimola la comunicazione simbolica, l’attenzione, la concentrazione attraverso l’acquisizione di nuove tecniche.


Il teatro, come forma interattiva di linguaggi diversi, verbale, non verbale, mimico, gestuale, iconico, musicale, si configura come un prezioso strumento formativo, e interdisciplinare, una importante forma di “comunicazione” che, rispetto ad altre forme artistiche, come per esempio il cinema, possiede una sua tipicità, la comunicazione scenica, cioè l’interattività tra la rappresentazione e il pubblico. Chi recita a teatro non è solo l’attore, ma anche lo spettatore, che ‘vive’ l’esperienza della rappresentazione come se fosse realtà e non una finzione. Ha, quindi, delle potenzialità educative straordinarie, in quanto costituisce un invito alla riflessione, recupera spazi di autonomia, di pensiero critico, così preziosi in una società di massa, come la nostra. Può essere uno strumento di comunicazione su tematiche sociali molto importanti, stimolando e incuriosendo i ragazzi su problematiche, momenti storici, fatti culturali e sociali di una certa rilevanza che, per distanza temporale o poca attinenza alla realtà giovanile, risultano a loro distanti o sconosciuti.


Il “Teatro del Cielo”, come è stato definito, il teatro greco di Akrai, è un luogo “magico”, dove i nostri discenti insieme a migliaia di studenti, si confronteranno con opere senza tempo, per una manifestazione che parla tante lingue e ha la forza e l’entusiasmo della gioventù.
Il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani è la più importante rassegna di teatro dedicata alle future generazioni nel panorama nazionale e internazionale. Ogni anno al Teatro Greco di Akrai, ragazzi di tutte le età presentano originalissime riletture dei testi classici, greci e latini, nel corso di un evento che fa della partecipazione e dello stare insieme, uno dei suoi punti di forza.


Dopo aver rappresentato le Troiane sempre di Euripide, i nostri discenti quest’anno si cimenteranno nel mettere in scena Elena dello stesso drammaturgo, che trasforma da ”Imago funesta a Vittima innocente della Τύχη”. Il dramma ha una particolarità: non è una tragedia vera e propria, in quanto prevede un lieto fine. Per questo motivo essa, insieme alle altre opere di Euripide caratterizzate da eguale conclusione, è definita “tragicommedia”: un dramma al limite tra la tragedia e la commedia. Elena, come si può dedurre dal titolo, tratta delle sfortunate vicende dell’eroina greca. A differenza del mito tradizionale, però, Euripide decide di schierarsi in difesa della donna, e propone una versione alternativa della sua storia. Elena non è mai andata ad Ilo!
Paride non ha rapito Ella, ma un fantasma con le sue sembianze. La vera Elena si trova in Egitto, dove il re Teoclimeno intende sposarla a forza. Per sfuggirgli, si rifugia in un luogo sacro. Qui incontra il naufrago Menelao, reduce da Troia con pochi soldati. Riconosciutisi, i due studiano un piano di fuga.


Fingendo di aver saputo da un viandante, Menelao stesso, che il marito è morto, Elena ottiene dal re una nave per fare un rito funebre in mare. Imbarcatosi con Elena, Menelao e i suoi, eliminano la ciurma e fuggono. Il re, gabbato, vorrebbe uccidere la sorella, l’indovina Teonoe, che con il suo silenzio ha favorito la fuga dei Greci. Ma i Dioscuri lo frenano, convincendolo ad accettare la volontà degli dei.


La tragedia, come abbiamo anticipato all’inizio, è dunque una “tragicommedia”, la prima testimonianza per noi di “dramma ad intreccio”. I drammi ad intreccio rappresentano la produzione finale di Euripide, il quale col tempo tende a prediligere non più la tragedia classica, ma un tipo di dramma caratterizzato da equivoci, rivolgimenti di fortuna, riconoscimenti, lieto fine, divinità ex machina e così via. Tale tipo di dramma ha molto a che vedere con la futura Commedia Nuova menandrea.
Prof.ssa Rosy Franzò

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