L’artista rosolinese Pietro Sparacino, primo in Italia a fare teatro in videochiamata: “Standup Chomedy”, il suo spettacolo ai tempi del Coronavirus

L’artista rosolinese Pietro Sparacino, primo in Italia a fare teatro in videochiamata: “Standup Chomedy”, il suo spettacolo ai tempi del Coronavirus

Riunire addirittura intere “famiglie o amici”, rendere partecipe anche chi sta oltre i confini nazionali, accorciare in maniera vera e propria le distanze, conservando quel rituale bisogno di trascorrere del tempo “insieme”, magari assistendo a un tradizionale spettacolo teatrale, con l’aggiunta di un confronto vero e proprio tra attori e pubblico.

Con i teatri, i club e i centri culturali chiusi, è diventato impossibile organizzare ed assistere agli spettacoli, ma c’è chi non si arrende, come il temerario, talentuosissimo e noto artista rosolinese Pietro Sparacino che anche, ai tempi del Coronavirus, durante i quali i lavoratori dello spettacolo – indistintamente tutti, dall’artista, all’attore, al tecnico di teatro o alla receptionist – sono stati letteralmente “dimenticati” dalla politica, è riuscito ugualmente a ritagliarsi il proprio spazio in questo temutissimo e angosciante isolamento, cercando di ritrovare e trasmettere agli altri un po’ di leggerezza che smorzi la quotidianità sospesa che tutti stiamo vivendo.

Ecco che Pietro, primo artista italiano a sperimentare in assoluto un’iniziativa del genere, si fa pioniere di una nuova forma comunicativa che potrebbe rappresentare una svolta per il settore dell’intrattenimento dal vivo: il teatro che non ti aspetti, con gli show in videochiamata, dove il pubblico non è solo un silente spettatore, ma è presente nella scena, proprio come a teatro, con il valore aggiunto che “la distanza viene veramente accorciata”, in quanto a differenza della sala, gli spettatori interagiscono tra loro e con l’attore.

Coadiuvato dalla innovativa start-up “The Comedy Club”, agenzia di management, produzione e comunicazione specializzata nella satira e stand up comedy, Pietro Sparacino ha realizzato un vero e proprio set in casa, garantendo una qualità audio-video ed un clima propri del teatro.

Già sold out in meno di 24 ore le prime due date (l’1 maggio e il 3 maggio), e si prospettano numeri in crescita esponenziale per il buon passaparola che stanno facendo gli utenti: i feedback sono stati entusiasti.

Nello specifico, la piattaforma messa su, prevede un biglietto acquistabile direttamente in chat, che ti dà il diritto di accedere ad una vera e propria videochiamata su Zoom. Gli utenti, una volta collegati, sono accolti da una “waiting room”, dove potranno leggere le regole per far funzionare la giostra (indossare le cuffie, impostare il volume del microfono, vestirsi e silenziare il cane o il fidanzato).

Ad accogliere gli spettatori, ci sarà una prima mezz’ora di foyer, dove le persone interagiscono tra loro, fanno brindisi virtuali ed aumenta la tensione in attesa dell’inizio. Si crea quindi, un teatro virtuale a tutti gli effetti.

A inizio e a fine spettacolo – ci racconta Pietro, contattato da noi – quando io non sono in scena, la gente parla tra sé. La prima sera un padre di Napoli e un figlio che vive a Verona si sono dati appuntamento allo spettacolo. Idem due amiche lontane. Insomma, la vera e propria bellezza sta nelle connessioni, siamo riusciti a riunire affetti, anche fuori i confini nazionali, aspetto che nella normalità non è affatto possibile, e farli partecipare insieme a un evento Live da città diverse, da Caltanissetta fino al Lussemburgo, da Lione a Foggia, con il bello che si creano tra loro gag spontanee e davvero divertenti”.

Quando Pietro sale sul “palco” inizia lo show vero e proprio, con qualche simpatica differenza rispetto al teatro: tutti sono in prima fila, la regia che inquadra qualche volta anche il pubblico generando risate contagiose. Altri aspetti invece non cambiano mai, come l’interazione del comico con il proprio pubblico (totalmente assente nei video on demand o le dirette classiche), o i momenti di applausi e risate collettive.

È proprio questa interazione umana – continua -, tra persone di luoghi molto diversi tra loro, a generare un miracolo di empatia, si ritorna a conoscere persone nuove e guardarle negli occhi. Si crea una dinamica bellissima”.

A fine show, si ritorna nel foyer, e tra una foto collettiva con Pietro, e le chiacchiere piene di adrenalina post show, si continua a giocare e scherzare tra persone. Una magia che, per qualche ora, fa dimenticare a tutti di essere chiusi in casa.

È questo il fantastico potere del digitale, che Pietro ha saputo intuire e cogliere con un vero e proprio esperimento sociale, che sta dando ottimi frutti, sia in termini di partecipazione, sia in termini di riuscita tecnica, che parte dalla gestione innovativa di The Comedy Club del processo di acquisto online tramite un chatbot narrativo, fino alla continua miglioria del servizio grazie alla raccolta di feedback ed un sincero ascolto delle esigenze del pubblico.

Ma non è solo forma: lo spettacolo portato da Pietro Sparacino è un inedito, unico nel suo genere. Dal titolo “Standup Chomedy”, tra dinosauri, cannabis e un’analisi sulla normalità delle nostre vite precedenti, il comico siciliano ha centrato il punto anche con un monologo adeguato al tempo che stiamo vivendo dai risvolti tragicomici.

Ogni serata è un’esperienza unica, a sé stante, e in futuro si prospettano molte più date e non sono escluse nuove collaborazioni. Le prossime in cui andrà in scena saranno da giovedì 7 maggio a domenica 10 maggio. Per prenotarsi e conoscere i dettagli per partecipare e acquistare i biglietti, basta contattare Pietro nelle sue pagine social, Facebook, Instagram, Youtube e Twitter (lo trovate digitando il suo nome).

Con un pizzico d’orgoglio e vanto campanilista, non ci resta che complimentarci con il nostro attore, comico e autore compaesano per la sua insolita, originalissima e coraggiosa sfida con l’auspicio che anche tanti rosolinesi si connetteranno per qualche ora vissuta in allegria e spensieratezza.

E su questo siamo certi che Pietro non ci deluderà, perché forse è vero che lo stato italiano ha dimenticato, nell’emergenza, i lavoratori dello spettacolo, ma il pubblico, a quanto pare, no.: “Finalmente qualcuno capirà che anche la felicità, come le medicine ed il cibo, è un bene di prima necessità per sopravvivere”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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