Morte del piccolo Evan Giulio, rigettata la richiesta di perizia psichiatrica per la madre

Morte del piccolo Evan Giulio, rigettata la richiesta di perizia psichiatrica per la madre

Tra i test ascoltati, l’assistente sociale del Comune, il pediatra del piccolo Evan, alcuni vicini di casa e i poliziotti che il 17 agosto del 2020 hanno avuto accesso al pronto soccorso poco dopo la morte del piccolo.

Udienze del 28 gennaio e 11 febbraio

di Enrica Odierna  (articolo di approfondimento dal Corriere Elorino cartaceo n.2 del 2022)

Prima la richiesta di perizia psichiatrica avanzata per Salvatore Blanco e adesso anche per Letizia Spatola, mamma del piccolo Evan Giulio.
Ma mentre per Blanco la richiesta fu accolta, con la perizia che accertò comunque la sua capacità di intendere e di volere “nel periodo temporale che va da dicembre 2019 ad agosto 2020”, non è stato lo stesso per Letizia Spatola.

La Corte ha infatti rigettato la richiesta avanzata dal legale della Spatola, Avv. Natale Di Stefano, che a supporto di questa richiesta aveva prodotto una cartella clinica di neuropsichiatria infantile, risalente al 2004, e una serie di visite psichiatriche, risalenti invece al 2021, periodo successivo al tragico evento, in cui alla Spatola era stato diagnosticato un “disturbo ansioso depressivo”.
La Corte però rigetta la richiesta non ritenendo valida, per il periodo di riferimento al fatto, la documentazione presentata, una troppo remota o una posteriore all’agosto 2020.


Nelle udienze del 28 gennaio e dell’11 febbraio la Corte, presieduta dalla Dott.ssa Tiziana Carruba (Presidente) e la Dott.ssa Carla Frau (a latere), ha ascoltato altri teste. Tra questi, l’assistente sociale del Comune, il pediatra del piccolo Evan, alcuni vicini di casa e i poliziotti che il 17 agosto del 2020, giorno del decesso di Evan al Pronto Soccorso di Modica, erano in servizio presso il Commissariato dello stesso comune e hanno avuto accesso al pronto soccorso poco dopo la morte del piccolo. Alla Corte i poliziotti hanno mostrato un video che gli stessi hanno registrato con il cellulare per testimoniare lo stato del corpicino di Evan poco dopo il decesso sul lettino del Pronto Soccorso.
Sia l’assistente sociale che il pediatra di Evan hanno riferito alla Corte di non essersi mai accorti di maltrattamenti sul bambino. Il pediatra aveva visto la Spatola molti mesi prima del fatto, quando si era recata dal medico per un callo osseo sul corpo del piccolo. Il medico consigliò la riabilitazione ma al centro di riabilitazione Letizia si recherà solo una volta perché i medici si accorgono di una frattura alla clavicola che non consente l’inizio della riabilitazione, invitando Letizia a recarsi in ospedale. Ad accompagnare Letizia saranno i volontari della Misericordia.
Il medico di turno, in ospedale, certifica la frattura alla clavicola che non risulta essere, dopo una interlocuzione con il pediatra, un episodio singolo. Molti mesi prima infatti il pediatra aveva certificato una frattura al femore sul piccolo. La ripetitività del fatto fa scattare l’allarme e la documentazione medica viene inoltrata ai Carabinieri di Rosolini.


Il 5 agosto, solo 12 giorni prima della morte del piccolo, l’assistente sociale, accompagnata dai vigili urbani, aveva effettuato una visita domiciliare presso l’abitazione della Spatola.
L’assistente sociale riferisce di aver deciso di effettuare la visita a seguito “di una chiamata anonima, arrivata in ufficio, in cui si segnalavano frequenti pianti di bambino nell’appartamento”. Ma, durante la visita, l’assistente sociale non trova nulla di strano. La casa era in ordine, il bambino calmo in braccio alla mamma e nessun segno visibile sul suo corpo. Data la presenza dei muratori in casa Spatola, l’incontro con l’assistente sociale prosegue in ufficio con la stessa Spatola e con Blanco. Evan, in quell’occasione, resta a casa con il nonno.
Nell’ultima udienza sono stati acquisiti, oltre ai Sit del vigile urbano che accompagnò l’assistente sociale durante la visita e delle volontarie della Misericordia, quelli di due agenti della Polizia Scientifica che hanno riferito di tracce biologiche prelevate da alcuni oggetti nell’appartamento di Via Eloro. Tracce biologiche su un bastone, su un filo elettrico, su un mocio, su un pezzo di gomma piuma del cuscino. L’esito delle tracce non è però ancora stato riferito. Nell’appartamento, la scientifica riferisce di aver trovato anche tre flaconi di pomata per ematomi in diverse stanze.
La prossima udienza si terrà il 25 febbraio. La corte ascolterà altri testimoni, tra cui la nonna di Evan, la signora Elisa Congiu e il papà Stefano Lo Piccolo. Si attende ancora la trascrizione delle intercettazioni eseguite dai Carabinieri quando il magistrato, all’epoca dei fatti titolare dell’inchiesta, aveva disposto l’installazione di microspie nell’appartamento di via Eloro.

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