“Sbloccare la cessione dei crediti o si rischia il fallimento”, il grido delle imprese a Roma

“Sbloccare la cessione dei crediti o si rischia il fallimento”, il grido delle imprese a Roma

Il 18 Maggio a Piazza della Repubblica a Roma, si sono riuniti imprenditori da tutta Italia per chiedere al Governo di sbloccare la cessione dei crediti.

A seguito degli ultimi correttivi apportati all’art. 121 del Decreto Legge n. 34/2020 (Decreto Rilancio) che hanno modificato il meccanismo delle opzioni alternative (sconto in fattura e cessione del credito), sono arrivate delle limitazioni alle possibilità di acquisto e cessione del credito che hanno ridotto il plafond disponibile dai principali operatori, creando la situazione paradossale di operatori ricchi di credito fiscale invendibile e, quindi, in sofferenza di liquidità.

La manifestazione a Roma, organizzata dalle Associazioni C.A.N.D.E. Class Action Nazionale Ediliza, Atc Associazione Tecnici e Costruttori, Faci, Partitalia, Le Partite Iva, Edil Consi, Imprese edili, Tecnici e Professionisti del Settore Edile, Commercialisti, Committenti e Amministratore, ha visto anche la partecipazione di un gruppo di imprenditori rosolinesi Franco Di Tommasi, in qualità di responsabile CNA Imprese Edili Siracusa, Enzo Calabrese, Giorgio Ragusa, Orazio Oddo, Corrado Latino, Luigi Di Mari, Giuseppe Di Mari e con loro anche Giuseppe Infantino, di Palazzolo Acreide.

“Una manifestazione tranquilla, – dice Franco Di Tommasi- con la presenza di alcuni deputati del M5S e di Fratelli d’Italia. L’associazione Class Action si è formata a livello nazionale in modo autonomo, senza sigle sindacali, e ha unito imprenditori da tutta Italia per chiedere al Governo, sostanzialmente, di non cambiare le carte durante il gioco, perchè questo può causare il fallimento di tante imprese che hanno oggi i cassetti fiscali pieni e non sanno quando e se questi crediti saranno monetizzati. Il Governo dice di aver bloccato la misura a causa delle frodi ma le truffe possono avvenire solo nella fase iniziale della pratica, in cui certamente sono necessari più controlli. Non avvengono quando i soldi sono già nel cassetto fiscale, ecco perchè riteniamo che intanto si debba chiudere il cerchio con le pratiche già avviate e permettere alle imprese di monetizzare i crediti accumulati”. 

La manifestazione ha previsto una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati in si è parlato del problema e delle possibili soluzioni con il deputato Alessio Villarosa e il Presidente della Class Action Nazionale Edilizia che hanno contestato le modalità con le quali il governo Draghi ha cambiato le regole sulle cessioni dei crediti, accusando l’esecutivo di aver creato incertezza per aziende e clienti, e di mettere a rischio il futuro oltre mezzo milione di famiglie italiane.

Fortissime le dichiarazioni in aula. “Il governo sta boicottando il superbonus, il rischio è la rivolta sociale” è stato dichiarato.

Qualche intervistato invece, in Piazza, tra i rappresentanti delle imprese, spiega la drammatica situazione: “Ci sono imprenditori che hanno venduto la casa, hanno i cantieri bloccati e rischiano di mandare gli operai a casa“; E qualcun altro: “Lo Stato ci ha praticamente detto: voi fate la casa agli italiani, poi passate da noi e vi paghiamo. Ma non è successo e siamo sull’orlo del fallimento”.

Ai bonus edilizia abbiamo dedicato un articolo sul numero del Corriere Elorino cartaceo di febbraio, ora online e visionabile qui, ancora attuale. 

 

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