Come (non poter) donare un defibrillatore alla città di Rosolini

Come (non poter) donare un defibrillatore alla città di Rosolini

DUE IMPRENDITORI, PIETRO SPATOLA E ROBERTO SAVARINO, AVEVANO PIAZZATO UNA TECA IN PIAZZA  SARO ADAMO CHE È STATA PERÒ VANDALIZZATA ANCORA  PRIMA DI POTER APPORRE IL DEFIBRILLATORE SALVA VITA.

Da un nostro articolo di approfondimento del Corriere Elorino cartaceo del mese di novembre

L’idea, nobilissima, era quella di  creare una postazione di defibrillazione  con accesso pubblico in Piazza Saro Adamo.  

In cosa consiste nello specifico? Nel collocare in un luogo pubblico della città un defibrillatore che chiunque  possa usare, in caso di emergenza, per  salvare una vita. È stato accertato come,  in città considerate “cardio protette”,  come Piacenza, grazie alla presenza capillare di defibrillatori su tutto il territorio, la percentuale di sopravvivenza ad  un arresto cardiaco è salita al 93% dato  che, in questi casi, proprio la sopravvivenza è legata strettamente alla tempestività dell’intervento di defibrillazione.  E mentre tantissime città italiane, anche  a noi molto vicine, come Modica, continuano con l’installazione di defibrill tori salvavita in luoghi pubblici,  Rosolini è già costretta, causa inciviltà, a fare un passo indietro prima ancora di  aver inaugurato questo vitale servizio.  

A molti sarà capitato, passando da vanti la piazzetta dedicata al gioielliere  Saro Adamo, di vedere una bellissima tettoia in legno che protegge una teca  rossa. Una teca, con sistema di allarme  e termoregolata, che avrebbe dovuto contenere il defibrillatore ma è che già  stata vandalizzata prima ancora che lo stesso sia stato inserito e che oggi fa fare un passo indietro agli imprenditori che  avevano scelto di donarlo per paura che, dopo l’installazione, il defibrillatore  possa essere danneggiato o rubato.  L’atto di vandalismo, probabilmente per  mano dei giovani frequentatori della  piazzetta, è il gesto che oggi non rassicura gli imprenditori Pietro Spatola e  Roberto Savarino che per realizzare la  tettoia e acquistare la teca con l’intento  di donare il defibrillatore alla città  hanno già speso una somma non indifferente. “Se ancora prima di installare  il defibrillatore, la teca è già stata danneggiata, cosa dovrebbe spingerci ad  affrontare nuove spese per l’acquisto se  c’è il rischio quasi certo che saranno vane?”.  

L’idea di donare questo defibrillatore  è nata grazie alla dottoressa Francesca Micieli che si è trovata a parlarne, per  caso, proprio con i due imprenditori che con entusiasmo hanno accolto il progetto e scelto di finanziarlo mettendo in  essere una sinergia di contributi tra artigiani e professionisti rosolinesi: l’architetto Michele Giannì, il geometra Giuseppe Santacroce, la falegnameria Pulino Giuseppe, l’impresa edile Paolo Lorefice e Gugliotta Marmi di Pippo Gugliotta.  

La dottoressa Francesca Micieli

La targa da affiggere, con tanto di  istruzioni, era già pronta, l’energia elettrica collegata. Mancava insomma solo il defibrillatore e l’inaugurazione che avrebbero poi dato il via a svariati progetti di formazione per tutti i cittadini,  promossi dalla dottoressa Francesca  Micieli e la Misericordia per formare e  sensibilizzare all’uso e all’importanza  del defibrillatore. Ma i vandali sono arrivati prima.  

Rosolini non merita un servizio  così vitale? “Sono molto dispiaciuta  che la teca sia stata danneggiata -ha dichiarato la Dott.ssa Micieliperché in  ogni paese civile, in ogni piazza civile, c’è una postazione di pronto intervento  e questi gesti significano che Rosolini non è pronta. Mi sento  quasi in colpa per aver proposto agli  imprenditori Spatola e Savarino di installare un defibrillatore perché hanno  già affrontato tante spese e Rosolini ha risposto a questo grande gesto vandalizzando la postazione. È chiaro che  non ci sono le condizioni per procedere  perché se è già successo adesso, figuriamoci dopo che ci sarà il defibrillatore. Sono stata la prima a invitarli a fare un passo indietro perché per continuare una cosa così importante è necessaria la garanzia che il defibrillatore  non venga danneggiato né rubato, che  resti accessibile e funzionante 24 ore su  24 ore. Non è un gioco”.  

Nulla da biasimare agli imprenditori  e alla dottoressa Micieli che pur di garantire comunque questo servizio alla città, nonostante la delusione dell’atto  di vandalismo, stanno tentando di trovare soluzioni idonee ma “spostarlo in  luogo chiuso, seppur sicuro, non lo rende accessibile a tutti e rende vana la  sua pubblica utilità -spiega la dottoressa-, così come mettere un lucchetto   alla teca, non è possibile perché è uno  strumento di pronto intervento e deve  essere rapidamente estraibile. Tra l’altro avevamo scelto come luogo proprio  la piazza Saro Adamo perché è una  strada molto affollata e anche durante  la fiera mercato un defibrillatore al servizio della città è assolutamente importante”.  

Ma Rosolini non è abbastanza sensibilizzata sul tema e l’intenzione, dopo  l’inaugurazione, era anche questa: sensibilizzare soprattutto i giovani sulla sua  importanza, con progetti condivisi tra  scuole, famiglie e associazioni locali.  Ma oggi cala lo sconforto.  

Pietro Spatola e Roberto Savarino però vorrebbero ancora credere con ottimismo nell’importante progetto e rivolgono un appello all’amministrazione comunale, ma anche a ogni singolo cittadino di Rosolini.  

“Non si può spiegare l’importanza  che una postazione pubblica di defibrillazione può avere per la città -dicono- e vogliamo continuare a credere di poterla realizzare. Ci vogliono però le  condizioni giuste, che ci rassicurino  sulla custodia di questo bene prima di  continuare a spendere altre somme per  fare un dono così importante alla città  che rischia di non esistere più il giorno dopo. Siamo disponibili a continuare ma solo se abbiamo queste garanzie.  Per il momento non ci sono le condizioni”.  

“Chiediamo conclude Francesca  Micielia ogni singolo cittadino e all’amministrazione di aiutarci ad avanzare proposte e a trovare una soluzione  per non far perdere questa grande opportunità alla nostra città per garantire una postazione pubblica di defibrillazione sempre funzionante e sempre accessibile a tutti, 24 ore su 24, che sia  valorizzata e rispettata”. 

 

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