[Lo dico al Corriere] Il candidato alle Regionali che paga le colazioni non avrà mai il mio voto

[Lo dico al Corriere] Il candidato alle Regionali che paga le colazioni non avrà mai il mio voto

 

Entrare in un bar, consumare, e quando ti appresti a pagare il conto ti senti dire: “La colazione è stata offerta”. Non ci sarebbe nulla di male se a pagare quella colazione è un amico o un familiare anche perché sono scene che a Rosolini si ripetono quotidianamente nei bar. Ma quando a pagarti la colazione è il candidato alle elezioni regionali del prossimo 25 settembre, allora c’è chi si sente in forte disagio. Come un nostro lettore che ci ha inviato questa lettera che pubblichiamo integralmente.

“Carissima redazione, ho letto con molto interesse il vostro editoriale sul voto di scambio, ed è per questo che vi scrivo per rendere pubblico un mio disagio personale. Perché si parla tanto di voto di scambio ma è solo quando questa pratica ti sfiora che ti rendi conto come sia talmente sottile il filo tra la compravendita e il semplice “favore” che sulla carta non dovrebbe fare male a nessuno. Ed invece il messaggio è uguale, perchè il fine è sempre lo stesso.

E la domanda che mi sono posto questa mattina è stata questa: perché un candidato alle prossime elezioni regionali mi ha pagato la colazione? Non ho una confidenza tale da giustificare questo comportamento e allora pensi subito che in realtà quello che sta facendo non è un favore, ma una pratica per invogliare quante più persone possibili ad indirizzarle in una determinata maniera una volta entrati nella cabina elettorale.

Inutile dire che, riprendendo le parole del vostro editoriale, io “lo fotto”. Un candidato che a cinque giorni dal voto mi paga la colazione non avrà mai il mio voto. Anzi, mi sembra una pratica miserabile da porre in essere. Una pratica però che rimane pericolosa.

Quante persone andranno a votare e si ricorderanno di quel pezzo di colazione offerto qualche giorno prima e per ricambiare metteranno una X nel posto sbagliato? Quante colazioni vale la nostra libertà di espressione? Quante colazioni vale la nostra dignità? E quante colazioni avrà pagato questo candidato a persone che prima neanche lo salutavano?

No, non faccio il suo nome, ma spero per lui che non mi ricapiti la stessa situazione. Scrivo però questa lettera per rafforzare un concetto: cari cittadini di Rosolini, so che non siete ignoranti. Ma se rimanete invischiati in queste pratiche miserabili, figlie di un comportamento che ci ha portato sul lastrico, sentitevi in disagio… ma fregateli. Sputtanateli. Almeno saprete a chi non affidare mai il vostro voto. Il vostro futuro. Ed io oggi lo so. E so anche che siete in tanti a pensarla come me.

Buona colazione libera a tutti.

Un cittadino libero

foto di copertina dal web

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