Possono 4 assessori far nascere una media struttura di vendita in zona B3-1 del Prg?

Possono 4 assessori far nascere una media struttura di vendita in zona B3-1 del Prg?

Questo servizio è stato pubblicato sul numero cartaceo del Corriere Elorino del mese di gennaio. La redazione resta sempre a disposizione per una replica sull’argomento da parte degli interessati.

Nell’immagine in evidenza: la zona B3-1 del Prg in cui è stata inserita una media struttura di vendita


Viene presentata come “variante a un piano di lottizzazione”, ma sembrerebbe una variante al Piano Regolatore Generale, che è stata approvata dalla Giunta senza il coinvolgimento del Consiglio Comunale e senza mai entrare quindi nel dibattito pubblico.
Una scelta che solleva interrogativi sulla legittimità di questa modalità di approvazione e anche sul rispetto delle norme.
Possono quattro amministratori (Paola Micieli, Giuseppe Giannone, Lucia Piazzese e Vincenzo Liuzzo) decidere di far nascere un supermercato “di media struttura” (tra i 200 mq e i 1000 mq) in una zona residenziale B3-1 del Piano Regolatore Generale? Domanda più che legittima.
Una delibera (la n. 124 del 13.12.2023) che nasce su proposta del Responsabile del Settore Urbanistica, Giuseppe Santacroce, e che è stata votata all’unanimità dei presenti. Gli assenti? Il sindaco, in visita a Frankental, e l’assessore Carmelo Floriddia.
Fatta questa premessa, andiamo al dunque.


La Giunta Comunale ha quindi deciso che potrà nascere “una media struttura di vendita”, che dovrebbe essere un supermercato, in zona B3 1 (residenziale), invece che in una zona D (commerciale). La zona in oggetto si trova su Viale Paolo Orsi, antistante l’Eni di Floriddia, in un terreno di un’estensione totale di 14.000 mq.
Sullo stesso, nel maggio del lontano 2008, il Consiglio Comunale approvò un Piano di Lottizzazione Convenzionata per la creazione di insediamenti residenziali, proposto da alcuni proprietari dei diversi lotti in questione costituitisi nel “Consorzio Eloro”.
Dato che si tratta di una zona B3-1 (residenziale), quindi assolutamente conforme alla sua destinazione, il Consiglio Comunale all’epoca approvò celermente il piano di lottizzazione.
Senza entrare troppo nei dettagli, e per facilitare la comprensione della questione, oggi lo stesso Consorzio Eloro, a cui nel frattempo sono entrati a far parte altri membri, ha avanzato al Comune “istanza di proroga della validità della convenzione urbanistica” stipulata 15 anni fa e oggi scaduta e nel frattempo ha presentato modifiche al progetto che era stato approvato dal Consiglio Comunale nel 2008.
Il nuovo progetto -scrive il Responsabile Santacroce- prevede la riduzione della volumetria residenziale da insediare e l’ampliamento della estensione della superficie e la modifica delle destinazioni d’uso del lotto 7, da residenziale a commerciale, per l’insediamento di media struttura di vendita massima pari a mq 1000”.
Meno strutture residenziali per far spazio anche ad un supermercato, insomma, cambiando quindi la destinazione d’uso di uno dei lotti, da residenziale a commerciale. E non è questa una variante al Prg?

Nella proposta di delibera del geometra Santacroce, si legge: “Trattandosi di variate al Piano di Lottizzazione Convenzionata già approvato dal Consiglio Comunale con la D.C.C n. 29/2008, si è provveduto all’approvazione diretta della Giunta”.
Ma il consiglio comunale nel 2008 non ha approvato un piano esclusivamente residenziale che nulla ha che vedere con un supermercato? Ergo, non è che (per caso) si dovrebbe tornare in consiglio con una variante al piano di lottizzazione che ben nasconde (ma neanche tanto) una variante al piano regolatore?

Scrive ancora Santacroce: «L’insediamento di medie strutture di vendita nella zona in esame è ammissibile – scrive ancora Santacroce – per gli effetti delle previsioni del Piano Urbanistico Commerciale approvato dal consiglio comunale con delibera 17/2011 ai sensi dell’art 5 della L.R 28/99”.
Esiste in questo Piano Urbanistico Commerciale, forse, una deroga che autorizzi in automatico l’insediamento di medie struttura di vendita nelle zone residenziali del Prg?

Nella delibera di approvazione del Piano Urbanistico Commerciale, lo stesso Santacroce, in consiglio comunale, affermava che “l’approvazione del piano urbanistico commerciale non autorizza in automatico l’insediamento di nessuna struttura nella fattispecie e non modifica proprio nulla del Prg, ma si limita a definire solo le aree commerciali già previste dal P.R.G.”.
Sebbene il PUC delinei quindi le aree commerciali previste dal PRG, la sua approvazione non sembra autorizzare automaticamente l’insediamento di una media struttura di vendita in una zona originariamente destinata a uso residenziale.Nelle zone B del Prg, destinate prevalentemente alla residenza, sarebbero possibili insediamenti commerciali nei termini di “esercizi di vicinato”, mentre le destinazioni conformi alle medie strutture di vendita resterebbero le zone D.

Una ulteriore conferma a questo, da non tecnici, la si potrebbe trovare sempre in una dichiarazione dello stesso Responsabile e sempre nella stessa seduta del consiglio. Il responsabile, mentre relazionava sulla rete commerciale del nostro paese, affermava che “il sistema economico e quindi la rete commerciale, a Rosolini, poggia per circa l’80% su sistema residenziale, cioè poggia sugli esercizi di vicinato”.
La media struttura di vendita approvata in zona B3 non risulta essere un esercizio di vicinato: per definizione dovrebbe essere appunto “una media struttura di vendita” e il suo insediamento in zona B3-1 richiederebbe una modifica della destinazione d’uso del lotto da residenziale a commerciale, e quindi una variante al piano regolatore generale.
Quale “eccezione”, quindi,  avrebbe permesso l’insediamento di una media struttura di vendita in zona residenziale con l’approvazione -a quanto sembrerebbe- di una variante al Prg da parte della sola giunta comunale?
Sicuramente il responsabile e la giunta hanno solo dimenticato di riportare dettagliatamente le relative “eccezioni” in delibera.
Li invitiamo a farlo e a chiarire questo aspetto per serena trasparenza sulla modalità di approvazione e per evitare che diventi prassi che “quattro firme in un salotto” possano incidere sulla trasformazione del nostro strumento urbanistico senza “dare troppe spiegazioni alla città”.

Enrica Odierna

© Riproduzione riservata

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