La minaccia del granchio blu anche nei fiumi di Sicilia: “Sta decimando le specie locali”

La minaccia del granchio blu anche nei fiumi di Sicilia: “Sta decimando le specie locali”

 

http://www.gruppolatino.it/volantino.html

Fonte testo: Associazione Macrostigma Rosolini

Il crostaceo dai bei colori sgargianti che vedete nella foto in evidenza è il famigerato granchio blu, specie -come si dice- “aliena”, ovvero non autoctona (è originario delle coste atlantiche del continente americano), che ha invaso le acque dolci siciliane, a discapito del granchio che da sempre le ha abitate e che sta rapidamente soccombendo all’avanzata del suo variopinto ed aggressivo competitor, perdendo in suo favore le proprie nicchie ecologiche nei fiumi e torrenti di quasi tutta la nostra regione.


La maggior parte delle catture è stata fatta nelle acque dolci dell’agrigentino (fiume Platani), ma anche presso i fiumi San Leonardo, Simeto, Ciane, e Irminio si registra una considerevole presenza.
Ancora non colonizzati risultano i fiumi Pollina, Ganzirri, Alcantara e lato. Poi, dal Golfo di Castellammare, dove scorre il fiume San Bartolomeo, l’invasione di questa specie è massiccia. Lo stesso fiume Belice ne è pieno.


Gli agenti ittici che ne hanno rilevato la presenza durante le operazioni di campionamento inerenti al Piano Regionale per l’Anguilla raccontano che i famelici granchi blu, allo scopo di alimentarsi delle sarde poste come esca nei bertovelli, arrivavano a tranciare le reti con le robuste chele.

https://www.arucisicilia.com/

Evidentemente la presenza di tale specie alloctona rappresenta una minaccia per l’equilibrio dell’ecosistema acquatico siciliano.
L’instaurarsi di questa situazione critica non è certo colpa dei poveri granchi, che come qualsiasi animale -acquatico o terrestre; dotato di pinne, chele, ali, zampe o di gambe e piedi- cerca in ogni modo di sopravvivere, ma risulta chiaro che bisognerà al più presto intervenire su piano regionale, con un programma di campionamento e di bonifica ambientale ben pensato e regolato da precise linee guida, allo scopo di rettificare l’ennesimo danno arrecato dall’uomo alla natura e, in definitiva, a se stesso.

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