Sel: “Andiamo a votare il 17 aprile per dire No alla riforma costituzionale e Sì contro le trivellazioni”

Sel: “Andiamo a votare il 17 aprile per dire No alla riforma costituzionale e Sì contro le trivellazioni”

“Respingere l’aggressione alla Costituzione nata dalla Resistenza”, questo il tema della conferenza stampa di presentazione del Comitato Referendario per il No alla riforma Costituzionale che si è tenuta sabato 5 marzo scorso presso la sede della “Fondazione Fare Democrazia” a Siracusa. Un incontro a cui hanno preso parte soggetti del mondo associazionistico e sindacale, e cittadini che aderiscono all’iniziativa del Coordinamento per la democrazia costituzionale, relazionato da Anna Falcone, vice presidente nazionale del Coordinamento per la democrazia costituzionale, da sempre impegnata nella promozione di varie campagne antimafia e antiviolenza e di molte fra le più importanti esperienze di rinnovamento politico in Calabria. Autrice dell’appello “Io voto libero” per le ultime elezioni regionali, la Falcone oggi è attivamente impegnata nei nuovi movimenti di cittadinanza attiva volti al recupero della sovranità popolare ed all’affermazione di modelli più avanzati di democrazia partecipativa.

Ad introdurre i lavori l’ex deputato regionale Raffaele Gentile e Roberto Fai. SEL – Sinistra Italiana è uno dei partiti promotori al referendum e attivamente impegnato per dire No alle trivellazioni in mare. Tra i presenti anche il Circolo Sel di Rosolini, con il segretario Corrado Fioretti, che invita tutta la cittadinanza ad andare a votare il 17 aprile prossimo per dire “No alla riforma Costituzionale” e “Sì contro le trivellazioni”. «Come è stato detto durante la conferenza stampa -ci spiega Fioretti-, la riforma Costituzionale è una riforma confusa che non garantisce l’equilibrio tra i poteri costituzionali in quanto mette gli organi di garanzia, ovvero Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale, in mano ad una falsa maggioranza. Inoltre, non riduce i costi della politica, non migliora la qualità dell’iter legislativo, riduce la partecipazione diretta del cittadino, senza contare che si sta parlando di una riforma illegittima, prodotta da un Parlamento eletto con una legge elettorale dichiarata incostituzionale».

Giuseppe Gallato

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